5 passi verso Gerusalemme (3)

5 passi verso Gerusalemme (3)

Massimo Coero Borga – 8 aprile 2020

5 passi verso Gerusalemme – 3 passo: chi ha preso il posto di Gesù?

Mentre andava per la strada, un tale gli corse incontro e, gettandosi in ginocchio davanti a lui, gli domandò: «Maestro buono, che cosa devo fare per avere in eredità la vita eterna?». Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, se non Dio solo. Tu conosci i comandamenti: Non uccidere, non commettere adulterio, non rubare, non testimoniare il falso, non frodare, onora tuo padre e tua madre». Egli allora gli disse: «Maestro, tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza». Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni.
Gesù, volgendo lo sguardo attorno, disse ai suoi discepoli: «Quanto è difficile, per quelli che possiedono ricchezze, entrare nel regno di Dio!». I discepoli erano sconcertati dalle sue parole; ma Gesù riprese e disse loro: «Figli, quanto è difficile entrare nel regno di Dio! È più facile che un cammello passi per la cruna di un ago, che un ricco entri nel regno di Dio» (Mc 10,17-25).

Gesù sta domandando:

Chi o cosa ha preso il mio posto nel tuo cuore?
Chi ti sta rendendo infelice? (sì, perché la relazione sbagliata porta infelicità – sempre).

Allora Gesù fissò lo sguardo su di lui, lo amò e gli disse: «Una cosa sola ti manca: va’, vendi quello che hai e dallo ai poveri, e avrai un tesoro in cielo; e vieni! Seguimi!». Ma a queste parole egli si fece scuro in volto e se ne andò rattristato; possedeva infatti molti beni (v.21-22).

Molti BENI (che si sono trasformati in MALI). Cioè:

Quali dei tuoi beni (relazioni) sono diventati più importanti di Dio?

1 – Non avrai altro Dio… al mio posto, prima di me.

Cosa possiedi veramente nella vita? NULLA – se pensi di possedere qualcosa o qualcuno (e cerchi di farlo), sei posseduto! Sei schiavo di quella cosa/persona. Sei in una relazione malata, che porta del MALE a te e agli altri.
Ogni persona/cosa deve essere vissuta come DONO, non come POSSESSO, pena l’infelicità. Sì, perché se “pretendiamo” che questi ci diano felicità ci stiamo impiccando da soli al palo dell’infelicità!

Siamo chiamati da Dio stesso a sperimentare la piena grazia, ma noi…
Gesù rispose: “Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena(Lc 14,16-26).

Nessuno assaggerà la grazia di Dio. Nessuno festeggerà, nessuno godrà della vera relazione.
NON ERANO DEGNI (c’è scritto nel vangelo di Matteo) – siamo degni (della grazia) non perché abbiamo qualità, soldi, capacità, titoli, diplomi o lauree, ma perché mettiamo al primo posto Dio e diciamo “amen” alla Sua chiamata (discepolato).

Gesù prosegue chiaramente dicendo:
Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: “Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo (Lc 14,25-26).

Anche le cose BUONE, se prendono il posto di DIO, diventano CATTIVE, anche gli affetti più stretti, possono essere mal gestiti dal nostro cuore ferito che, al posto di amare, manipola, possiede, ne stravolge il giusto “uso”, quindi usa (e ne diventa uno schiavo infelice e arrabbiato).

Conviene quindi mettere Gesù prima di tutto il resto?

Pietro allora prese a dirgli: «Ecco, noi abbiamo lasciato tutto e ti abbiamo seguito». Gesù gli rispose: «In verità io vi dico: non c’è nessuno che abbia lasciato casa o fratelli o sorelle o madre o padre o figli o campi per causa mia e per causa del Vangelo, che non riceva già ora, in questo tempo, cento volte tanto in case e fratelli e sorelle e madri e figli e campi (Mc 10,28-30).

Conviene SÌ, perché la croce (+) è sempre un valore aggiunto. Vivere nel modo giusto (indicato da Dio) le relazioni, significa vivere. Anzi, quello indicato da Gesù è l’unico modo per “vivere” nel modo giusto realizzando la propria esistenza. Fuori da questo tipo di relazione, c’è solo “morte”.

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