Dio guarisce
A distanza di più di due anni e mezzo, eccomi a dare testimonianza di quello che Gesù ha operato nella mia vita.
All’inizio dell’aprile 2022, iniziai ad avere dolori alla gamba sinistra, dolori che ogni giorno aumentavano sempre più. Non mi permettevano di camminare e di fare le solite cose, non riuscivo a stare in piedi nemmeno durante la santa messa e di notte non mi facevano dormire.
Così, dopo qualche giorno, andai dal medico, che mi prescrisse sei iniezioni di cortisone, senza beneficio. Ritornai e mi diede un medicinale a base di oppiacei, senza nessun risultato. Ritornai e mi prescrisse della morfina per bocca ma stavo sempre peggio e i dolori non cessavano.
Visto che nulla mi recava beneficio, decisi di non prendere più nulla.
Durante la notte, poiché non riuscivo a stare a letto, cercavo di pregare, con enorme difficoltà, perché non riuscivo neanche a stare seduto.
Andai nuovamente dal medico, che mi prescrisse la risonanza magnetica che eseguii il 28 aprile e ritirai il referto il 3 maggio.
Dall’esito della risonanza, il medico disse subito a mia moglie che non c’era tempo da perdere e bisognava iniziare subito la chemioterapia.
Presi contatto con lo specialista ematologo da cui ero già in cura e mi fissò l’appuntamento per il 16 maggio.
IL 7 maggio riuscii ad andare all’adorazione a Monguzzo e, con mia moglie, volevamo solo adorare e benedire il Signore. A fine serata, mia moglie chiese a Piera (una stretta collaboratrice di Massimo) se fosse possibile avere un appuntamento con Massimo, così, venne fissato un incontro per il mercoledì successivo.
Quel pomeriggio Massimo, Piera e mia moglie pregarono su di me e Piera ebbe la visione di un pezzo di ghiaccio sulla mia schiena. C’era, però, una grande luce che lo scioglieva e ci venne data anche una parola profetica: “Non temerò annuncio di sventura”. Noi ci aggrappammo a questa parola cercando di custodirla in tutti i modi, anche se non era facile. Già quando uscii da questo incontro, il mio volto era diverso e io stesso mi sentivo diverso, qualcosa di forte si era mosso e si stava muovendo in me.
Andai dallo specialista, il quale mi prescrisse esami ematologici specifici per ricerca tumorale e tac da eseguire entro dieci giorni. Scesi subito all’accettazione e, in cuor nostro, pregammo di poter fare la tac prima del 1° giugno perché sentivo il desiderio di poter andare a Medjugorje e Il Crocifisso Risorto aveva organizzato un pellegrinaggio in quella data. In precedenza, ci eravamo iscritti per quel pellegrinaggio però, a causa della mia situazione, avevamo disdetto.
La tac fu fissata per il 30 maggio.
Con immensa gioia e carichi di entusiasmo, telefonammo a Piera chiedendole di prenotarci le camere a Medjugorje e comunicammo la nostra decisione di recarci al pellegrinaggio in macchina. Nonostante un po’ di perplessità, vista la situazione, dentro di me c’era una forza che mi spingeva a intraprendere questo viaggio.
Il fatto di essere partiti in macchina e non in pullman fu provvidenziale, in quanto il 6 giugno, giorno di ritorno dal pellegrinaggio, mia moglie Vincenza avrebbe dovuto essere presente a Bergamo per la vendita di una casa ed era impossibile spostare la data poiché questo avrebbe creato problemi a parecchie persone.
Si riuscì, così, a fissare l’appuntamento con il notaio per una procura alle ore 8:00 del 1° giugno, giorno della partenza.
Il notaio fu puntualissimo, anzi, arrivò con qualche minuto di anticipo (caso strano in quanto, a detta della sua segretaria, era solito ritardare) e mentre aspettavamo la documentazione, parlammo di Medjugorje e scoprimmo che la conosceva bene. Alle 8:05, già uscivamo dall’appuntamento. Alle 8:20 eravamo in autostrada e alle ore 18:45 arrivammo a Medjugorje. Il nostro miglior viaggio tra quelli che abbiamo fatto in macchina.
Anche a Medjugorje non ebbi nessun problema, partecipai a tutte le attività, come pure non ebbi nessun disturbo nelle 14 ore di guida per il ritorno a casa.
Una volta a casa, ritirai gli esami ematologici e la tac, dalla quale risultava un linfoma diffuso e così mi fu prescritto un esame al midollo per ulteriori accertamenti.
Io, nel frattempo, stavo sempre meglio e ritornai a fare una vita normale.
Tornai poi dall’oncologa, la quale, dopo aver preso visione di tutto, mi disse che quello che mi era stato diagnosticato era paragonabile a una malattia cronica del sangue.
Alla domanda su che cosa avesse provocato tutti quei dolori e come fossero spariti senza alcuna cura, non seppe dare nessuna risposta e ci diceva che gli esami rispettavano il mio stato di salute del momento.
A questo punto mia moglie le raccontò che io iniziai a stare bene dopo aver pregato su di me e lei rimase stupita.
Continuo, così, a fare dei controlli ogni sei mesi e tutto procede bene, già dopo un semestre l’ecografia descriveva una involuzione a carico del pancreas e una diminuzione del volume dei linfonodi.
Nell’ultimo accertamento ematologico, risultava un’evidente diminuzione anche della banda monoclonale diagnosticata nel 2016 e per cui ero monitorato, così la dottoressa mi disse che il mio sistema immunitario stava reagendo e combattendo bene. Tutto questo senza nessuna terapia.
Io e mia moglie abbiamo fatto la testimonianza di anche a questa dottoressa, la quale ci confermò che senza terapia non avrei potuto stare bene, come invece io stavo, e ci disse: “anche noi medici senza Dio possiamo fare molto poco”.
LODE, LODE, LODE A DIO!
Roberto e Vincenza