Anoressia vinta e ora verso la realizzazione

Anoressia vinta e ora verso la realizzazione

Sapete quando si dice “18 anni…che bella età! Goditela perché non tornerà mai più.” Ecco, per me non è stato così.

Vedevo i miei coetanei felici e spensierati, godersi la vita, come è giusto che sia; desideravo anch’io provare quella spensieratezza, ma avvertivo un peso, una zavorra, che mi impediva di essere felice. Ho iniziato a mangiare sempre meno, a fare attività fisica ogni giorno e piano piano i chili scendevano. Più dimagrivo e più mi sentivo bene, mi sentivo forte, mi piacevo. Senza accorgermene, il cibo ha preso il sopravvento su di me e ha iniziato a condizionare la mia vita. Mi sono chiusa totalmente in me stessa, ho smesso di uscire con gli amici, ho smesso di prendermi cura di me, ho smesso persino di studiare. Ho iniziato a sviluppare manie e ossessioni, che in un attimo hanno preso il sopravvento. Le persone attorno a me erano molto preoccupate, ma io non mi rendevo conto della gravità della situazione e al peso di 36 chili avevo ancora il coraggio di definirmi grassa. Il “mostro” si era impossessato della mia vita e mi aveva portato via tutto ciò a cui tenevo. Ero diventata l’ombra di me stessa.

In tutto ciò la fede era l’ultimo dei miei pensieri, anzi mi ero allontanata dalla religione e quasi mi infastidiva entrare in chiesa o sentire parlare di Dio.

Una sera di fine estate di un anno e mezzo fa, uscendo con il cane, incontro il papà di Ilaria, che mi parla di un gruppo di preghiera e mi invita ad un incontro che si sarebbe tenuto a Erba il sabato seguente. Io al momento accetto, ma senza la reale intenzione di andarci. Mi dico “tanto non si ricorderà mai!”. Il sabato successivo, verso le 19 mia madre riceve una chiamata. “Allora, la Giulia c’è sta sera?”. E mia madre, che come sempre ci vede lungo, risponde “Sì sì certo.” Al momento avrei voluto ucciderla, poi però mi convinco ad andare.

Era il primo incontro con Dio dopo molto tempo: ero veramente scettica e molto prevenuta per la serata. Quando arrivo, vengo accolta da un gruppo di giovani che mi travolgono con la loro gioia e voglia di vivere.

Per la prima volta, dopo tanto tempo, sento che la mia “zavorra”, quel peso che ormai da qualche anno non voleva abbandonarmi, non era così pesante e poteva essere eliminato. Quella serata è stato solo l’inizio di un percorso che mi ha portato ad avvicinarmi a Gesù e ad arrivare dove sono ora. Qualcosa di inspiegabile mi spingeva a frequentare questo gruppo di giovani così gioiosi e accoglienti. Piano piano ho iniziato a “mollare il controllo” e ho ricominciato a vivere. Ho deciso di curarmi seriamente, ho ripreso peso, ho ricominciato a uscire con gli amici, ho iniziato a volermi più bene questo grazie all’amore di Dio che si stava manifestando in un modo misterioso attraverso tutti questi venti e persone.

Ma questo non è tutto. Il mio sogno era studiare medicina, ma a causa delle mie condizioni fisiche e mentali, non ero riuscita a superare il test dopo la fine del liceo. Poiché mi stavo rendendo conto della grandezza del Signore, ho iniziato a rivolgermi a Lui, chiedendogli di farmi trovare la mia vocazione. Io non sapevo se la medicina potesse essere la mia strada; lo desideravo intensamente, ma magari il Signore aveva in mente per me qualcos’altro e, poiché la mia fede cresceva sempre di più, avrei accettato con gioia qualsiasi progetto.

Per Pasqua andai a Medjugorje e dedicai ogni preghiera di quel viaggio a questa richiesta: “Signore, fammi trovare la mia strada”. Con noi vennero due ragazzi, che incontrai per la prima volta (non per coincidenza ma per divin-cidenza), Ugo ed Eleonora, i quali studiavano medicina ed erano ormai al quarto anno. Mi consigliarono di frequentare dei corsi di preparazione per il test che si sarebbe svolto a settembre. Io ero già a conoscenza di questi corsi, ma non avevo la minima intenzione di frequentarli. Il mio orgoglio mi diceva “non ne hai bisogno, ce la puoi fare da sola” , ma decisi di ascoltare il loro consiglio e così, arrivata a casa, mi iscrissi credendo che era stato il Signore ad indicarmi questa via.

Poco dopo, iniziai a studiare seriamente per il test di medicina e vedevo che, nonostante i mille impegni e le difficoltà intrinseche della materia, riuscivo a portare a termine ogni obiettivo. Più il test si avvicinava e più l’ansia cresceva. Avevo paura: paura di non entrare, di avere trascorso vanamente mesi sui libri, di non combinare nulla nella vita. Per superare questi momenti di sconforto, mi recavo spesso in una chiesa di Erba, quando non c’era assolutamente nessuno, soltanto io e il Signore. Gli parlavo, gli confidavo le mie paure e gli ricordavo sempre la mia richiesta “Signore, fammi trovare la mia strada.” Mi sentivo subito rassicurata; sapevo che anche per me c’era un progetto e non avevo nulla da temere. Avvertivo che tutto ciò che era accaduto, non era casuale: l’incontro a Medjugorje, la frequentazione dei corsi, lo studio matto e disperatissimo durante l’estate dovevano per forza avere un significato. Con Dio ogni cosa ha un senso e nulla avviene per caso.

Il 4 settembre faccio il test di medicina. Un mese infinito di attesa per conoscere l’esito. Un mese durante il quale ho cercato ripetutamente il conforto di Dio. Il 2 ottobre escono i risultati: sono entrata. Gioia indescrivibile. Ho visto la ricompensa di tutti gli sforzi, i sacrifici, le rinunce. Ho visto i frutti della preghiera e di ogni istante trascorso con Dio, che non è mai tempo perso, anzi…!

Ancora adesso il Signore mi accompagna in ogni esame e ogni volta che mi affido a Lui e decido di investire del tempo per dedicarmi a Lui, vengo sempre ampiamente ricompensata. In tutto ciò il ”Sii Guarito” ha ricoperto un ruolo fondamentale: senza le persone splendide che ho incontrato (fratelli e sorelle ed in particolare i giovani) e senza le catechesi e le preghiere carismatiche, non sarei mai riuscita a rialzarmi e ad arrivare dove sono ora. Ogni incontro ha contribuito ad accrescere la mia fede, a farmi avvicinare a Dio e a diventare una persona più felice.

Sento che Dio ha ancora molto da dirmi e sono certa che, affidandomi a Lui, riuscirò a realizzarmi totalmente.

Giulia

Condividi questo post