CARESTIA CRISI E SCELTE
Briciole di Vangelo: CARESTIA, CRISI E SCELTE
Al tempo in cui governavano i giudici, ci fu nel paese una carestia e un uomo di Betlemme di Giuda emigrò nella campagna di Moab, con la moglie e i suoi due figli. Quest’uomo si chiamava Elimèlec, sua moglie Noemi e i suoi due figli Maclon e Chilion; erano Efratei, di Betlemme di Giuda. Giunti nei campi di Moab, vi si stabilirono. Poi Elimèlech, marito di Noemi, morì ed essa rimase con i due figli. Questi sposarono donne di Moab, delle quali una si chiamava Orpa e l’altra Rut. Abitavano in quel luogo da circa dieci anni, quando anche Maclon e Chilion morirono tutti e due e la donna rimase priva dei suoi due figli e del marito (Rut 1,1-5).
Carestia: Sempre ci sono state (e ci saranno). Dobbiamo imparare ad affrontarle come dobbiamo imparare ad affrontare tutti i problemi! Dio non ci evita i temporali ma ci dà la grazia per affrontarli e vincerli, come “Il Crocifisso Risorto”!
Emigrò: prese una decisione nella carne e non nello Spirito, attratto da Moab (paese mondano fertile).
Dal dire “Dio è il mio Re” o “Il mio Dio è Re” (Questo significa Elimèlec), restando stabile nella fede e in quel luogo (Betlemme: casa del pane) all’allontanarsi verso una terra di tentazioni e di morte.
Se Elimèlec fosse restato sotto la grazia di Dio (in Betlemme), non avrebbe dovuto temere nulla. Se Dio è RE può tutto, allora perché non fidarsi di Lui, anzichè abbandonarlo?
Stabilirsi: rendere stabile il nostro pensiero, qui purtroppo secondo la mentalità moabita: ha imparato a pensare, parlare e vivere come “il mondo”, cioè senza Dio (a Moab).
Siamo uomini e donne con FEDE o senza? Dove vai a vivere con le tue scelte?
Anche i figli (frutto della vita) faranno una brutta fine a causa della scelta frettolosa del padre. Si chiameranno MALATTIA e ANNIENTAMENTO, e difatti moriranno in terra straniera.
Che figli facciamo? Siamo figli di chi? (molto provocatorie queste due domande, ma la risposta vale la vita o la morte).
Questa donna, Noemi, ha subito la scelta del marito e si troverà senza marito e senza figli e in terra straniera: scegliamo bene affetti e amicizie, sapendo che in qualche modo ci “contageranno”.
Quando poi ci sono decisioni da prendere aiutiamo le persone (vicine, e non solo, a noi) a prenderle nello Spirito e non nella carne. I risultati saranno opposti.
Se chiediamo consigli, cerchiamo persone di Dio per poi non dover piangere sulle scelte. Impariamo anche a non subire le scelte degli altri ma il più possibile cerchiamo di essere in comunione con Dio e di scegliere con la nostra testa, anzi, col nostro cuore, in comunione col Signore.
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