EUTRAPELIA (Gaiezza)
Parole di vita: EUTRAPELIA (Gaiezza)
Eutrapelia? Sì, avete sentito bene.
Che parola è? Si tratta nientemeno che di una virtù.
Una virtù di cui parlarono i grandi filosofi greci, come Aristotele, e che poi divenne una virtù cristiana, cara a San Tommaso d’Aquino, a San Filippo Neri, a San Francesco di Sales, a San Giovanni Bosco.
Quindi questa antica parola, oggi purtroppo dimenticata, Eutrapelia, ovvero – dal greco – “gaiezza, scherzosità, buon umore” indica una virtù importante – che serve molto nei nostri tempi per affronare i monti di difficoltà e per mantenere il cuore vicino a quello di Dio (Papa Francesco).
È l’arte del far ridere, io direi del SORRIDERE.
L’eutrapelia-modestia: ci aiuta a non darci troppa importanza e a non montare in superbia.
É quel sano divertimento che non è un fine, ma un mezzo per migliorarci: la virtù del buon umore ci dona quella forma di distacco dal “mondo” e ci aiuta a entrare nell’entusiasmo dell’AMEN alla chiamata di DIO.
Francesco di Sales: “Si tratta addirittura di una virtù cui i Greci davano il nome di eutrapelia: noi diciamo buona conversazione.
San Giovanni Bosco fin da ragazzo si era sempre dedicato a divertire i suoi amici con giochi di destrezza: attirava la benevolenza, l’affezione e la stima _ i ragazzi cominciarono a venire a lui per giocare e fare ricreazione, poi per ascoltare racconti, poi per compiere i doveri di scuola.
San Francesco d’Assisi, san Filippo Neri, san Francesco di Sales, San Giovanni Bosco dicevano che in primo luogo l’eutrapelia deve allietare il cuore e non offendere nessuno.
È un umorismo buono, molto diverso dalla satira, che consiste non tanto nel ridere quanto nel deridere.
Superba seriosità piena di sé e una satira cattiva, corrosiva.
Abbiamo bisogno di sorrisi buoni e non di sghignazzi sboccati che ci fanno finire nella derisione.
La derisione: ridere del male altrui (mancanza di stima e per disprezzo del prossimo).
Eutrapelia: invece la battuta allegra e la burla scherzosa provocano al riso per la “trovata”, gli accostamenti imprevedibili fatti in confidenza e schiettezza amichevole; e sempre con molta cortesia di linguaggio.”
Disprezzo: nessun vizio è così contrario alla carità quanto l’essere beffardi: usare disprezzo e la derisione del prossimo. É uno dei difetti peggiori dei cristiani.
La derisione e la beffa infatti si fondano sulla presunzione di sé e sul disprezzo per gli altri, e questo è un peccato molto grave: la derisione è un modo terribile di offendere il prossimo con parole (adesso anche con dei mimi – mimare l’altro in presenza di altri… a volte senza che questi lo sappia); le altre offese salvano sempre, almeno in parte, la stima per la persona, la derisione invece non la risparmia in nulla… e toglie la dignità alla persona (è proprio diabolico come certi programmi di ora)
Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: O Dio, ti ringrazio che non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adùlteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte la settimana e pago le decime di quanto possiedo (Lc 18,11-12).
BIBBIA
Non abbandonarti alla tristezza, non tormentarti con i tuoi pensieri. La gioia del cuore è vita per l’uomo, l’allegria di un uomo è lunga vita. Distrai la tua anima, consola il tuo cuore, tieni lontana la malinconia. La malinconia ha rovinato molti, da essa non si ricava nulla di buono. Gelosia e ira accorciano i giorni, la preoccupazione anticipa la vecchiaia. Un cuore sereno è anche felice davanti ai cibi, quello che mangia egli gusta (Sir 30,21-25).
La tristezza è l’ombra del diavolo: per cacciarla via occorre una buona dose di eutrapelia!
Non vi rattristate, perché la gioia del Signore è la vostra forza (Ne 8,10).
I cristiani “sani e Santi” dicono che la vita è bella, anche quando appare dura, anche quando ferisce, anche quando sembra una partita persa, perché ha un senso.
Il Dio della speranza vi riempia di ogni gioia e pace nella fede, perché abbondiate nella speranza per la virtù dello Spirito Santo (Rm 15,13).
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