Gedeone (2): la sfida (im)possibile

Gedeone (2): la sfida (im)possibile

Massimo Coero Borga – 23 giugno 2020

GEDEONE (2): la sfida (im)possibile

LA “STRANA” CHIAMATA

Gdc 6,11-24   Ora l’angelo del Signore venne a sedere sotto il terebinto di Ofra, che apparteneva a Ioas, Abiezerita. Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. 12L’angelo del Signore gli apparve e gli disse: «Il Signore è con te, uomo forte e valoroso!».

13Gedeone gli rispose: «Perdona, mio signore: se il Signore è con noi, perché ci è capitato tutto questo? Dove sono tutti i suoi prodigi che i nostri padri ci hanno narrato, dicendo: «Il Signore non ci ha fatto forse salire dall’Egitto?». Ma ora il Signore ci ha abbandonato e ci ha consegnato nelle mani di Madian».

14Allora il Signore si volse a lui e gli disse: «Va’ con questa tua forza e salva Israele dalla mano di Madian; non ti mando forse io?». 15Gli rispose: «Perdona, mio signore: come salverò Israele? Ecco, la mia famiglia è la più povera di Manasse e io sono il più piccolo nella casa di mio padre». 16Il Signore gli disse: «Io sarò con te e tu sconfiggerai i Madianiti come se fossero un uomo solo».

17Gli disse allora: «Se ho trovato grazia ai tuoi occhi, dammi un segno che proprio tu mi parli. 18Intanto, non te ne andare di qui prima che io torni da te e porti la mia offerta da presentarti». Rispose: «Resterò fino al tuo ritorno». 19Allora Gedeone entrò in casa, preparò un capretto e con un’efa di farina fece focacce azzime; mise la carne in un canestro, il brodo in una pentola, gli portò tutto sotto il terebinto e glielo offrì. 20L’angelo di Dio gli disse: «Prendi la carne e le focacce azzime, posale su questa pietra e vèrsavi il brodo». Egli fece così. 21Allora l’angelo del Signore stese l’estremità del bastone che aveva in mano e toccò la carne e le focacce azzime; dalla roccia salì un fuoco che consumò la carne e le focacce azzime, e l’angelo del Signore scomparve dai suoi occhi.

22Gedeone vide che era l’angelo del Signore e disse: «Signore Dio, ho dunque visto l’angelo del Signore faccia a faccia!». 23Il Signore gli disse: «La pace sia con te, non temere, non morirai!». 24Allora Gedeone costruì in quel luogo un altare al Signore e lo chiamò «Il Signore è pace». Esso esiste ancora oggi a Ofra degli Abiezeriti.

Il Terebinto, qui descritto come il luogo in cui si siede l’angelo del Signore, è una pianta diffusa nella macchia mediterranea e rappresenta la divina sapienza che “estende i suoi rami di maestà e bellezza” (cfr. Sir 24,26).

Gedeone, figlio di Ioas, batteva il grano nel frantoio per sottrarlo ai Madianiti. Ormai i nemici portavano via tutto e si cercava di sopravvivere. C’è questa paura dei nemici e anche impotenza. Gedeone fa questo lavoro -nell’aia – di nascosto. Egli cerca di fare quello che può, come tanti altri, e il Signore irrompe proprio in un “luogo comune” per proporgli il progetto.

POSITIVO: si sta dando da fare, non ha gettato la spugna. Almeno ci prova.

Lì, l’angelo del Signore gli apparve, “apparire” significa manifestarsi, farsi vedere. Dio c’è sempre ma ci sono dei “kairos” (momenti opportuni) nei quali si rende visibile (azione). L’iniziativa è di Dio – è Dio che scegli chi, dove e quando (vedi anche Mosè). Gli israeliti avevano urlato a Dio (crf. Gdc 6,6) e questa (Gedeone) è la Sua risposta.

Il Signore è con te – dà l’idea della presenza di Dio e della missione (non è un esclusivo saluto per Maria). Dio è sempre in missione, dove c’è la Sua presenza, c’è un movimento di Vita.

“Uomo forte e valoroso…”, viene chiamato Gedeone. Una considerazione di spessore in questo saluto. Dio lo innalza. Lui sta lavorando, e Dio lo tratta da salvatore potente. Noi “ci trattiamo molto meno” di quello che Dio pensa di noi.

Noi trattiamo gli altri con la stima per la chiamata che Dio vuole rivolgere loro? Crediamo che Dio ha un progetto per ognuno? Riusciamo a valorizzare la chiamata piuttosto che i difetti?

Gedeone non ha ancora fatto nulla ma Dio lo tratta da vincitore – come se avesse già fatto tutto. Dio lo porta subito a pensare al combattimento – Dio salva ma passa attraverso il nostro combattere (preghiera, digiuno, proclamazione della Parola, ecc…).

A quanto pare Gedeone non aveva ancora visto in azione il Signore, dato che diceva che i padri avevano raccontato i vari prodigi visti e, addirittura, arriva a dire che il Signore li ha abbandonati.

Dio sembra non prendere in considerazione il dubbio di Gedeone, ma dà per scontato che lui (io e te) dovremmo sapere queste cose DI PRIMA. Dio è già risposta, Dio è già soluzione. Dio è già proiettato verso il futuro. Gli dice che LUI (Gedeone) PUÒ – che ha la potenzialità per fare quello che viene chiesto (Dio non chiama se non sa che si può fare). SONO IO ad aver deciso – quindi fidati.

Le strane scelte di Dio – Ricordate san Paolo (1Cor 1,26-29) Considerate infatti la vostra chiamata, fratelli: non ci sono fra voi molti sapienti dal punto di vista umano, né molti potenti, né molti nobili. 27Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; 28quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono, 29perché nessuno possa vantarsi di fronte a Dio.

Qual è, quindi, l’origine della potenza di Gedeone nell’affrontare i madianiti? DIO.

Qui fa vedere il nemico più piccolo di quello che è – ridimensionare i problemi (certo, senza Dio sono grandi ma con Dio dobbiamo vederli piccoli e risolvibili).

E noi, come vediamo il nemico? Il problema? La difficoltà? Pensiamo di essere da soli a combattere? Pensiamo che il “nemico” sia più forte di noi e del Signore? Pensiamo che Dio abbia già una soluzione?

Come altri chiamati, Giosuè dubita di aver sentito bene e chiede conferma – torneremo ancora su questo, parlando del vello.

I primi discepoli seguirono subito Gesù, ma nel A.T. si vede molte volte questa dinamica.

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