GRATUITÀ

GRATUITÀ

Parole di vita: GRATUITÀ

Non siamo molto abituati alla gratuità. Siamo in un mondo in cui tutto ha un prezzo. Anche noi abbiamo un valore (grande), ma siamo senza prezzo, non siamo acquistabili (anche se molti cedono a tanti ricatti). Dobbiamo imparare a gustare questa “grazia” della gratuità per poi diventare anche noi dono.

Gesù rispose: «Un uomo diede una grande cena e fece molti inviti. All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi. Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato. Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone. Allora il padrone di casa, irritato, disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi. Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena» (Lc 14,16-24). 

Un uomo diede una grande cena 

Dio non fa “cosette”, ma è un Dio di abbondanza, che non è mai spreco, ma abbondanza sempre. 

e fece molti inviti. 

A DIO piace avere gente attorno, piace fare festa (come in Lc 15). 

All’ora della cena, mandò il suo servo a dire agli invitati: Venite, è pronto. 

Giunge un’ora, un tempo in cui DIO ti vuol far sperimentare la Sua grazia.
“Venite, è pronto” significa che “tutto è compiuto”.
Significa che non devi portare nulla tu ma devi solo andare (venite a me e prendete … il mio) e mangiare, sperimentare.
Non puoi aggiungere nulla a quanto Dio ha fatto per te, non lo devi nemmeno convincere a fare qualcosa per te, perché l’ha già fatto. 

Ma tutti, all’unanimità, cominciarono a scusarsi.  

Qui dice che tutti trovarono scuse – questo significa che è nel cuore dell’uomo la scusa di fronte all’invito di DIO.
Ahia, dobbiamo comprendere cosa in noi ci fa rifiutare la GRATUITÀ, che è salvezza.
Non scappiamo da questa verità – non siamo capaci ad accogliere l’amore. 

Il primo disse: Ho comprato un campo e devo andare a vederlo; ti prego, considerami giustificato. 

Questo ha un campo e il suo orgoglio (vanità e potere) gli fa dire che è più importante quello che ha lui, non tanto quello che Dio gli può dare, e poi chissà cosa succede stando in mezzo agli altri.
Lui deve sentirsi diverso.
Io ho, io ho, io posseggo.
Poveretto, quello che ha è per grazia di DIO e puoi perdere tutto in un istante se non hai compreso che tutto è DONO. 

Un altro disse: Ho comprato cinque paia di buoi e vado a provarli; ti prego, considerami giustificato.  

Troppo concentrato sugli affari, deve lavorare e non può godere della presenza di DIO.
“Aperto anche la domenica”, così evitiamo la compagnia di DIO e così ci perdiamo la GRAZIA. 

Un altro disse: Ho preso moglie e perciò non posso venire. 

Cosa buona l’affettività, ma se è solo per se stessi, per il proprio piacere, è una relazione morta, anche questo non è dono ma possesso, gelosia, egocentrismo ed egoismo.  

Al suo ritorno il servo riferì tutto questo al padrone.  

Nulla è nascosto agli occhi di DIO.
Viviamo come se fossimo i padroni del mondo e della nostra vita, ma tutto è dono e se non lo scopriamo … lo vediamo dopo.
Anche il tuo corpo, le tue capacità, le tue relazioni, oltre a tutto il “materiale” che hai. 

Allora il padrone di casa, irritato,  

Dio voleva solo fare festa con i suoi amici, con i suoi figli, ma questi non sanno cosa sia la festa della VITA, della gratuità.
Non sanno fare bene i conti – valorizzano di più ciò che, senza DIO, non vale niente. 

disse al servo: Esci subito per le piazze e per le vie della città e conduci qui poveri, storpi, ciechi e zoppi.  

Ecco, quindi, che la scelta di DIO ricade sugli ultimi.
Si sono persi una grande opportunità. 

Il servo disse: Signore, è stato fatto come hai ordinato, ma c’è ancora posto. 

DIO è proprio “grande”, nel Suo cuore ci sta l’infinito. 

Il padrone allora disse al servo: Esci per le strade e lungo le siepi, spingili a entrare, perché la mia casa si riempia. Perché vi dico: Nessuno di quegli uomini che erano stati invitati assaggerà la mia cena». 

Ahia, chi non conosce la GRATUITÀ, non conosce la SALVEZZA e non gusterà mai ciò che era preparato, ciò che non possono comprarsi ma solo accogliere come dono.
Chi mette se stesso e i suoi affari e i suoi affetti al centro della propria realizzazione, non gusterà mai la vita.
E molti poi si arrabbiamo perché stanno male. 

GRATUITÀ: La Bibbia dice: “sapendo tuttavia che l’uomo non è giustificato dalle opere della legge ma soltanto per mezzo della fede in Gesù Cristo, abbiamo creduto anche noi in Gesù Cristo per essere giustificati dalla fede in Cristo e non dalle opere della legge; poiché dalle opere della legge non verrà mai giustificato nessuno” (Gal 2,16) 

Dobbiamo sperimentare la SALVEZZA GRATUITA. Il buon samaritano si prenderà cura del “malcapitato” gratuitamente. Non solo, spenderà anche dei soldi per curarlo.
Questo è quello che fa Gesù con noi. Il buon samaritano è Gesù e noi il malcapitato che riceve cura gratuita.
“Va e fa anche tu lo stesso” dirà poi Gesù al fariseo che aveva di fronte, gli vuole insegnare la gratuità.
Ricevi e poi dona: “Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demòni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date” (Mt 10,8). 

I tre invitati pensano sempre a un interesse, “vado solo se mi conviene”.
A volte l’amore è visto come perdita di tempo – tutto è materiale, tutto deve convenire.
Ma quello che li spaventava (gli amici invitati), era la gratuità. Essere uno come gli altri, lì senza potersi mettere in “evidenza”.
È tanto difficile ascoltare la voce di Gesù, la voce di Dio, quando uno gira intorno a se stesso: non ha orizzonte, perché l’orizzonte è lui stesso.
C’è la paura della gratuità. Abbiamo paura della gratuità di Dio. È tanto grande che “ci fa paura”.
Questo, ha detto, avviene “perché le esperienze della vita, tante volte ci hanno fatto soffrire” come succede ai discepoli di Emmaus che si allontanano da Gerusalemme.
Sovente siamo più sicuri nei nostri peccati, nei nostri limiti, siamo a casa nostra; uscire da casa nostra per andare all’invito di Dio, a casa di Dio, con gli altri? No. Ho paura.
Dio SÌ ma non troppo! Tutti noi cristiani abbiamo questa paura: nascosta, dentro… ma non troppo.
Questo “ma non troppo”, segna la nostra vita, ci fa piccoli, ci “rimpiccolisce” umanamente. 

Allora il padrone manda a chiamare tutti i poveri, gli storpi, per le piazze e le vie della città. Il Signore chiede al servo che costringa le persone ad entrare alla festa.
“Costringili, ché qui sarà la festa”. La gratuità. Costringe quel cuore, quell’anima a credere che c’è gratuità in Dio, che il dono di Dio è gratis, che la salvezza non si compra: è un grande regalo, che l’amore di Dio… è il regalo più grande! Questa è la gratuità, e ne fanno esperienza, sovente, solo le persone che si trovano nella necessità.
Chi pensa di bastare a se stesso, resta fuori.
Ma anche chi crede di non valere, e quindi di non meritare, resta fuori.
Gesù “ha pagato la festa, con la sua umiliazione fino alla morte, morte di Croce. E questa è la grande gratuità”.  

Se guardiamo il Crocifisso, possiamo vederci un’entrata, sì “questa è l’entrata alla festa” (Papa Francesco).
“Sono un peccatore, ho combinato tante cose, ma guardo al Signore e vado alla festa indetta per me dal Padre. Mi fido. Non rimarrò deluso, perché è già stato pagato tutto: è gratis, è grazia, è amore gratuito”. 

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