Il male viene per nuocere, ma….

Il male viene per nuocere, ma….

L’anno 2018 per noi è stato un anno piuttosto negativo, a cominciare già da febbraio, con la scomparsa della mia mamma, malata da tempo. Inoltre, io, Fernando, soffrivo da tempo di un dolore al ginocchio sinistro che mi faceva zoppicare vistosamente, finché il 25 aprile, non potendo più resistere, ho dovuto abbandonare il lavoro per essere operato.

Durante le visite precedenti all’operazione, però, mi è stato riscontrato un problema al cuore, una fibrillazione atriale, che mi ha prolungato il periodo di malattia portandomi alla perdita totale del lavoro, in quanto il mio datore non voleva più farmi continuare a lavorare per problemi di mobilità. Oltre a tutto questo, nostra figlia, Cristina Gesieli, adottata nel 2000 all’età di 8 anni dal Brasile, incominciava a diventare irrequieta perché non riusciva a trovare un lavoro stabile per poter vivere in maniera indipendente e, tanto meno, un uomo come marito. All’età di 17 anni era rimasta incinta durante un rapporto sbagliato e andato male. Il bambino, dopo essere stato salvato dall’aborto, è nato nella nostra famiglia e noi lo abbiamo accolto e cresciuto con amore; il suo nome è Riccardo Giuseppe, per noi Riki e per me RikiBepi.

Alla Vigilia di Natale, quando ci stavamo preparando per la festa con l’albero, il presepe e i pacchi dei regali, Cristina, dopo essere stata scoperta da alcune sue malefatte molto gravi, è andata in escandescenza e, preso il piccolo Riki e qualche vestito, è uscita di casa urlando e chiamando i carabinieri, i quali l’hanno prelevata e messa in una struttura di casa-famiglia per mezzo dei servizi sociali.

Cristina ci ha fatto un esposto scrivendo molte falsità e la peggiore è stata che noi li abbiamo cacciati di casa la Vigilia di Natale e, quindi, lei e il bambino piccolo non sapevano dove andare. Noi ci siamo trovati soli senza poter contattare Cristina, che nel frattempo aveva cambiato numero e tagliato tutti i rapporti, ed essendo sotto le feste, non potevamo nemmeno sentire un assistente sociale per spiegare l’accaduto. Abbiamo passato tre mesi a piangere, confortati dagli amici e dalle maestre o dalle mamme a cui chiedevamo notizie di Riki.

Poi è arrivato un fastidioso mal di denti che mi ha portato dal dentista. Terminata la visita, ho detto a Margherita, mia moglie, che volevo andare a trovare Orazio, che aveva la bottega proprio lì vicino, e così siamo andati a trovarlo e, bevendo un caffè, gli abbiamo spiegato l’accaduto. Lui mi ha detto che sicuramente c’era lo zampino del “nemico della vita” che, usando le situazioni e le ferite, ci stava distruggendo la famiglia. A quel punto mi ha consigliato di unirmi al gruppo Sii Guarito (ora Il Crocifisso Risorto) e che ci avrebbe fatto fare una preghiera carismatica da Massimo.

Siamo andati subito il martedì sera e ci è piaciuto lo spirito del gruppo: molto vivace e accogliente. Abbiamo, allora, cominciato a pregare più intensamente e a frequentare la catechesi del martedì sera: il “Charis”. Poi abbiamo saputo che c’era un pellegrinaggio a Medjugorje, ma non c’era più posto sul pullman e l’idea del viaggio in macchina ci spaventava un po’. Tuttavia, sapendo che comunque eravamo in coda alla comitiva, ci siamo convinti e siamo partiti. Il viaggio, grazie a Dio, è stato buono e non troppo faticoso. A Medjugorje abbiamo avuto un’esperienza davvero bella facendo tutto il percorso col gruppo. Preghiere, catechesi, messe ed esperienze comunitarie ci ha molto toccati. 

Al ritorno siamo tornati in traghetto e abbiamo colto l’occasione per visitare il Santuario della Madonna di Loreto. Anche in questa occasione abbiamo pregato tanto per risolvere la nostra situazione familiare. All’uscita dal Santuario, mentre ci dirigevamo verso la macchina, è avvenuto il primo segno: una telefonata dall’ufficio “Tutela Minori” del comune, il quale ci aveva fissato un appuntamento per un incontro con Riccardo. Alleluia! Dopo qualche ora, c’è stato un altro segno: è suonato il telefono e ho sentito una vocina di bambino (riconosciuta subito) che mi chiedeva: “Nonno mi vuoi ancora bene?”. “Ma ci mancherebbe!” gli ho risposto, e ho passato subito il telefono a Margherita, la quale era piena di gioia. Una volta tornati a casa, durante la festa di Santa Valeria a Seregno, siamo andati in chiesa (dove venivano fatte anche le adorazioni carismatiche del gruppo) a dire una coroncina della Divina Misericordia e, all’uscita, mi sono sentito chiamare: era Riccardo con Cristina.

Il Signore non ha mancato di fare sentire il Suo intervento anche in altre occasioni: una sera, mentre ero al Charis tenuto da Massimo a Meda, mia figlia mi ha mandato un video con il bambino, Riccardo con la febbre alta, a 39,5. Allora io sono andato ai piedi della Croce e ho mostrato il video a Gesù, e la mattina dopo mia figlia ha detto che durante la notte la febbre ha cominciato a calare fino a sparire del tutto.

A febbraio 2020 abbiamo avuto l’ultimo incontro con Cristina e Riccardo allo “spazio neutro”. Poi avremmo dovuto incontrarci a casa nostra e avevamo già le date una volta a settimana. Poi è scoppiata l’epidemia e non abbiamo potuto continuare, ma ci vediamo con Skype. Il bello è che tutti, sia il nostro avvocato che quelli che sono già passati da questo tipo di situazioni, ritenevano impossibile gli incontri a casa una volta a settimana, e dopo così poco tempo, ma noi sappiamo che a Dio nulla è impossibile.

Sia lodato Gesù Cristo.

Fernando

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