Miracolo a Hiroshima grazie al Rosario

Miracolo a Hiroshima grazie al Rosario

Miracolo a Hiroshima grazie al Rosario

Il miracolo di Hiroshima.

“Nel 1945 fu sganciata la bomba atomica su Hiroshima, vi era una piccola comunità di quattro Gesuiti, situata in una canonica distante solo otto isolati dallo scoppio della bomba”.

Rimase miracolosamente illesa insieme alla casa mentre non scampò alcuna persona nel raggio di 1,5 km dal centro dell’esplosione. I quattro Padri vivevano in una parrocchia distanti solo otto isolati, furono avvolti da una specie di inferno di fuoco di fumo, di radiazioni, ma nessuno dei quattro Padri fu contaminato dalle radiazioni atomiche, nessuno morì, e la loro casa era rimasta in piedi mentre tutte le altre case intorno a loro furono distrutte e ridotte a un cumulo di macerie incenerite. Nessuno dei duecento medici americani giapponesi — duecento! — seppero mai spiegare come mai dopo trentatrè anni dallo scoppio dell’atomica nessuno dei quattro Padri avesse mai sofferto o riportato conseguenze da quella esplosione atomica, e continuavano a vivere in ottima salute. Interrogati i Padri avevano risposto: — attenti bene — «Avevamo sempre recitato il Rosario tutti i giorni, per cui abbiamo concluso che la preghiera del Rosario fu più forte della bomba atomica».

Oggi, nel centro risorto di Hiroshima sorge una chiesa dedicata alla Madonna. Le quindici vetrate mostrano i quindici misteri del Rosario, dove si prega giorno e notte”.

E adesso andiamo un po’ più nello specifico:

“Verso le 8,15 del 6 agosto 1945, la prima bomba atomica, mai sganciata nella storia dell’umanità, esplodeva, approssimativamente, ad un’altezza di 580 metri sul centro di Hiroshima, portata sulla città dal bombardiere B29 Enola Gay, partito dall’isola di Tinian, nella base navale di Guam. In pochi istanti, la città si ridusse ad una piana inaridita. Ancora oggi, è difficile arrivare ad una stima precisa del numero totale delle persone che morirono in seguito all’esplosione atomica. Poiché gli effetti della bomba si manifestarono per un lungo periodo di tempo, il totale dei morti stimati varia a seconda della data in cui venne fatto il rilevamento. Si calcola comunque che, alla fine del dicembre 1945, il numero delle vittime fosse di ben superiore alle 150.000.

Padre Hubert Schiffer aveva 30 anni e lavorava nella parrocchia dell’Assunzione di Maria, a Hiroshima. Ha dato la sua testimonianza davanti a decine di migliaia di persone: “Attorno a me c’era soltanto una luce abbagliante. Tutto a un tratto, tutto si riempì istantaneamente da una esplosione terribile. Sono stato scaraventato nell’aria. Poi si è fatto tutto buio, silenzio, niente. Mi sono trovato su una trave di legno spaccata, con la faccia verso il basso. Il sangue scorreva sulla guancia. Non ho visto niente, non ho sentito niente. Ho creduto di essere morto. Poi ho sentito la mia propria voce. Questo è stato il più terribile di tutti quegli eventi. Mi ha fatto capire che ero ancora vivo e ho cominciato a rendermi conto che c’era stata una terribile catastrofe! Per un giorno intero i miei tre confratelli ed io siamo stati in questo inferno di fuoco, di fumo e radiazioni, finché siamo stati trovati ed aiutati da soccorritori. Tutti eravamo feriti, ma con la grazia di Dio siamo sopravvissuti”.

Altro

“Nessuno sa spiegare con logica umana, perché questi quattro Padri Gesuiti furono i soli sopravvissuti entro un raggio di 1.500 metri. ”Nel raggio di 1 km e mezzo sono gli unici vivi.“ Per tutti gli esperti rimane un enigma, perché nessuno dei quattro Padri è rimasto contaminato dalla radiazione atomica, e perché la loro casa, la casa parrocchiale, era ancora in piedi, mentre tutte le altre case intorno erano state distrutte e bruciate.” “Perplessi, hanno avuto tutti sempre la stessa risposta alle tante loro domande: “Come missionari abbiamo voluto vivere nel nostro paese il messaggio della Madonna di Fatima e perciò abbiamo pregato tutti i giorni il Rosario.”

“Un altro racconto di padre Schiffer aggiunge che avevano appena finito di dire Messa, e si erano recati a fare colazione, quando la bomba cadde: «Improvvisamente, una terrificante esplosione riempì l’aria come di una tempesta di fuoco.  Una forza invisibile mi tolse dalla sedia, mi scagliò attraverso l’aria, mi sbalzò, mi buttò, mi fece volteggiare come una foglia in una raffica di vento d’autunno»”. “Quando riaprì gli occhi, egli, guardandosi intorno, vide che non vi erano più edifici in piedi, fatta eccezione per la casa. Tutti in un raggio di circa 1,5 chilometri, morirono immediatamente, e quelli più distanti morirono in pochi giorni per le radiazioni gamma. Tuttavia, il solo danno fisico che padre Schiffer accusò, fu quello di sentire alcuni pezzi di vetro dietro il collo. Partecipò al Congresso Eucaristico tenutosi a Philadelphia nel 1976. In quella data, tutti i membri della comunità dei Gesuiti di Hiroshima erano ancora in vita.

Un miracolo simile avvenne anche a Nagasaki, dove un convento francescano – “Giardino dell’Immacolata” – fondato da San Massimiliano Kolbe rimase illeso come a Hiroshima”. “ Tutti ovunque portavano l ’ immagine dell’Immacolata con loro e ovunque cantavano il canto soave di Fatima.”

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