Monia e il figlio non sano

Monia e il figlio non sano

Nel 2006 sono rimasta incinta del mio terzo figlio e al quinto mese di gravidanza sono andata per fare l’ecografia morfologica, quella obbligatoria. Ho visto la dottoressa che ha cominciato ad agitarsi e la visita è durata molto. Ad un certo punto mi ha detto che il bambino non aveva una parte del cervello, una membrana cerebrale che unisce l’emisfero celebrale destro e il sinistro. Mi hanno fortemente consigliato di abortire, mi hanno detto delle cose molto spiacevoli. Mi hanno presentato una situazione molto difficile e tragica. Appena uscita dall’ospedale, sono andata al santuario delle Madonna dei miracoli che si trovava di fronte.

Poi mi hanno mandato di urgenza all’ospedale di Treviso per fare una risonanza magnetica cerebrale al bambino mentre era ancora nella mia pancia. La diagnosi è stata confermata: a Samuele mancava una parte del cervello. Il mondo mi è crollato, pregavo e piangevo.

Successivamente sono andata ad un colloquio con una madre abadessa cistercense che aveva dei doni dello Spirito Santo; in quell’incontro lei mi ha guardato e mi ha detto dritto negli occhi: ”Porta a termine la gravidanza”. Per tre volte mi ha ripetuto questa frase senza aggiungere altro e poi mi ha detto di farmi il segno della croce sulla pancia con l’olio Benedetto tutti i giorni. Quando sono tornata alle visite successive per fare altre ecografie in ospedale, i medici continuavano a dirmi che il bambino peggiorava, aveva anche la dilatazione dei ventricoli cerebrali (che significa grave ritardo mentale). All’epoca io avevo parte della mia cattedra di insegnamento in un istituto per disabili: La Nostra Famiglia. Quindi sapevo bene cosa volessero dire quelle parole. All’inizio ero molto agitata, poi, penso per intervento divino, mi sono rasserenata, io e mio marito abbiamo deciso di portare a termine la gravidanza e lasciare che fosse fatta la volontà di Dio. Ho fatto anche la Consacrazione a Gesù per Maria secondo San Luigi Maria Grignon de Monfort. Mi sono consacrata io e il bambino che aveva nel grembo (qualche anno dopo l’ha fatta lui di persona).

Quando è nato era pronta un’equipe specialistica all’ospedale di Treviso, appena Samuele è nato lo hanno portato a fare l’ecografia celebrale che ha confermato la diagnosi di agenesia del corpo calloso cioè che mancava una membrana nel cervello, ma si sono accorti che una cosa l’avevano sbagliata, cioè non aveva la dilatazione dei ventricoli cerebrali. Mi hanno anche preparato i documenti della legge 104 che attestava la disabilità. Mi hanno detto che il bambino avrebbe avuto delle conseguenze che potevano andare da molto gravi a mediamente gravi e che ogni due mesi per due anni avrei dovuto andare ad un controllo dal neuropsichiatra e dall’equipe medica all’ospedale di Treviso. Così ho fatto e ogni due mesi andavamo a Treviso. Ad ogni visita il medico mi dava delle indicazioni, la prima volta mi disse: “il bambino non muoverà le braccia”. Alla visita successiva il bambino muoveva le braccia. Poi mi dissero che il bambino non sarebbe stato in grado di muovere le gambe, alla visita successiva il bambino riusciva muovere le gambe. Poi mi dissero che il bambino non sarebbe stato in grado di gattonare, alla visita successiva il bambino gattonava. Poi mi dissero che Samuele non sarebbe stato in grado di parlare, alla visita successiva lui parlava. Poi mi dissero che il bambino non sarebbe stato in grado di camminare, alla vista successiva il bambino camminava.  Poi mi dissero che il bambino non sarebbe stato in grado di salire le scale, alla visita successiva il bambino era in grado di salire le scale. Andò avanti così per circa due anni e mezzo. L’ultima volta mi dissero che il bambino non sarebbe stato in grado di scrivere e quindi avrebbe avuto gravi difficoltà a scuola, anche per le limitate capacità mentali. All’ultima visita hanno dato in mano un pennarello a Samuele per vedere se era in grado di tenerlo e disegnare e lui ha cominciato a disegnare, chiaramente scarabocchi di un bambino di 2 anni e mezzo. A quel punto il medico mi ha guardato e mi ha detto: signora, io questo bambino non lo voglio più vedere.

Abbiamo fatto una vita piuttosto normale in tutti questi anni ma ogni volta che lui cambiava grado di scuola chiedevo alle maestre che se per caso notavano delle difficoltà di avvisarmi subito che l’avrei portato in qualche centro specializzato per farlo vedere. Nessuna segnalazione dalle insegnanti. A quel punto l’ho portato comunque alla Nostra Famiglia ma non hanno rilevato nulla.

Una volta, intorno ai 4 anni, si è ferito alla testa e lo abbiamo portato di urgenza in pronto soccorso che poi ci ha mandato in pediatria. Dopo tutti gli accertamenti il medico mi chiese se il bambino aveva qualche malattia o disfunzione. Gli dissi cosa aveva Samuele e il pediatra rispose che non era possibile che quel bambino che aveva davanti avesse quel problema!!!

Abbiamo continuato una vita abbastanza normale, frequentavamo gruppi di preghiera, andavano a messa, pellegrinaggi in vari santuari, siamo andati a Medjugorje, insomma in casa c’era un clima di preghiera. Verso i 9/10 anni cominciò a dire che voleva fare il sacerdote, io ho cercato di informarmi come cosa dove potevo portarlo ma non ho avuto delle chiare indicazioni, poi lui ad un certo punto ha smesso di parlarne. Dopo un pò di tempo ho conosciuto il “Sii Guarito” (ora Il Crocifisso Risorto) perché una mia amica è andata a Dolo (Venezia) ad ascoltare Massimo e me ne ha parlato, così ho mandato una e-mail a Massimo e lui mi ha consigliato di aprire un cenacolo “Buon Samaritano” visto che eravamo una famiglia che pregava, e così abbiamo fatto (ora il progetto è cambiato e si trovano indicazioni sul sito).

Dopo un po’ di tempo abbiamo deciso di venire ad un ritiro, quello di Capodanno 2018/2019. Poi abbiamo fatto anche quello di Pentecoste 2019. Nel giorno di Pentecoste, quell’anno, Massimo invocava lo Spirito Santo su ogni persona, e poi ad ognuno veniva dato un foglietto con alcuni brani biblici. Quando è venuto il turno di Samuele, ho visto che Massimo ha parlato a Lorella (una collaboratrice) e poi Lorella ha scritto qualcosa su quel foglietto. Quando Samuele è tornato al posto ho visto che c’era scritto: “chiamato come Sansone” (Massimo non sapeva ancora nulla di tutta la storia completa). Io non capivo esattamente cosa volesse dire. Allora alla fine abbiamo parlato con Massimo e lui ci ha detto che voleva dire che Samuele era stato chiamato fin dal grembo materno dal Signore. Ben 12 anni dopo ho visto realizzarsi l’opera di Dio. Sono rimasta anche molto colpita dai brani che erano indicati in questo foglietto, cioè: “Beati i puri di cuore perché vedranno Dio” (Matteo 5,8) e “non ti ho comandato sii forte e coraggioso non temere dunque non spaventarti perché è con te il Signore tuo Dio dovunque tu vada“ (Giosuè 1,9).

Quando ho letto questi brani ho capito tante cose – Lode al nostro Dio onnipotente.

Monia

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