Novità vitali (5ª parte)

Novità vitali (5ª parte)

Massimo Coero Borga – 03 marzo 2020

STAGNO: non cambio!

Non sperare di diventare farfalla se hai paura di lasciar morire il bruco.

È più facile chiedere agli altri, alla società, ai politici ecc. di cambiare piuttosto che cambiare noi. Cambiare è difficile, ma è possibile per tutti. Cambiando, affronteremo le cose da figli di Dio.

Se non cambiamo, rimaniamo nello stagno. Il bruco muore per lasciar vivere la farfalla, noi “moriamo” per risorgere. Dobbiamo tutti diventare il Crocifisso risorto. Dobbiamo riconoscere e superare le nostre paure del cambiamento. Può darsi che non ci piaccia dove siamo, ma magari facciamo fatica a uscire dalla zona di confort, dallo stagno.

Diceva loro anche una parabola: «Nessuno strappa un pezzo da un vestito nuovo per metterlo su un vestito vecchio; altrimenti il nuovo lo strappa e al vecchio non si adatta il pezzo preso dal nuovo. 37 E nessuno versa vino nuovo in otri vecchi; altrimenti il vino nuovo spaccherà gli otri, si spanderà e gli otri andranno perduti. 38 Il vino nuovo bisogna versarlo in otri nuovi. 39 Nessuno poi che beve il vino vecchio desidera il nuovo, perché dice: «Il vecchio è gradevole!»» (Lc 5,36-39).

Chissà poi com’è il vino nuovo… Puoi gustare “il nuovo” solo quando ti sarai lasciato alle spalle quello vecchio, altrimenti sei tiepido e, come dice la Parola di Dio, Dio i tiepidi li vomita. I tiepidi sono quelli che non prendono posizione, che non cambiano, che rimangono sempre lì, allo stesso punto. Ci conviene, quindi, uscire dallo stagno. È vero, il mondo ci ha fatto gustare cose gradevoli e poi, quando si cambia, c’è il rischio che la tua mente ti ricordi solo i piaceri vecchi e non le cose brutte del passato… Noi dobbiamo lasciare andare i piaceri e andare verso la “vita vera”. La persona nello stagno vede come dietro a un vetro appannato. Se non cambi, quello che era buono diventa marcio.

STAGNO (statico): fermo, fisso, stabile, saldo, immobile, in equilibrio, costante, inalterato, stazionario, senza sviluppo, senza movimento, immutabile, invariabile, ristagnante, morto.

CONTRARIO: dinamico, mosso, mobile, attivo.

Dobbiamo vivere l’”adesso”, che è sempre in cambiamento. Sii Sempre te stesso, ma mai lo stesso.

ABITUATI A… (VESTITO VECCHIO)

Abituati allo stagno

Si trovava lì un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù, vedendolo giacere e sapendo che da molto tempo era così, gli disse: «Vuoi guarire?». Gli rispose il malato: «Signore, non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, un altro scende prima di me» (Gv 5,5-7).

Gesù vede il paralitico, un uomo malato da 38 anni. 38 significa quasi 40… è un tempo in cui tu hai sviluppato un’abitudine, un tempo in cui tu sei diventato quello. Gesù gli ha chiesto ”vuoi guarire?” perché quest’uomo mettesse a fuoco il desiderio di guarire, per fargli prendere coscienza. Gli rispose “il malato”, come se il suo nome fosse quello. In un certo senso ormai il suo nome era diventato quello, perché vi si era identificato, era come se pensasse “non riuscirò mai a cambiare”. Hai mai chiesto aiuto? Hai mai fatto qualcosa? Gesù sta cercando di togliergli il vestito vecchio… altrimenti avrebbe perso quella momentanea guarigione. Lo guarisce ma gli dice “attenzione a non tornare indietro perché altrimenti la tua situazione peggiorerà”. Il cambiamento avviene di giorno in giorno.

DIO VUOLE CAMBIARE ma…

  • Non è nel nostro schema mentale

Fin dalla giovinezza le loro vie vanno verso il male, e non sanno cambiare i loro cuori di pietra in cuori di carne (Sir 17,16).

Sta dicendo che continuano ad avere una mentalità sbagliata ma il cambiamento non è nel loro modo di essere. Dio vuole cambiamento ma io, che mi trovo nello stagno, dico:

  • Non è possibile (facciamo Dio a nostra immagine in-potente)

Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39 Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Togliete quella cosa che sta ostruendo, che non fa cambiare. Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». Quindi non può cambiare. Ormai è “andato”. Dio vuole il cambiamento ma, come Marta, diciamo “ma oramai puzza”, sono così e non posso cambiare. Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai (si intende il credere a una cosa nuova – se esci dallo stagno), vedrai la gloria di Dio?». Tolsero dunque la pietra. Gesù non avrebbe potuto nulla se non avessero tolto la pietra. Il miracolo lo farà lui, ma io devo fare la mia parte (Gv 11,38-41).

  • Non è come vorrei io (Paura – non conveniente)

Ma egli, voltatosi e guardando i suoi discepoli, rimproverò Pietro e disse: «Va’ dietro a me, Satana! Perché tu non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini» (Mc 8,33).  

Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Va’ dietro a me, Satana! Tu mi sei di scandalo, perché non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!» (Mt 16,23).

Lo scandalo è qualcosa che blocca l’avanzamento… che fa andare dietro alla mondanità.

  • Non è calcolabile (voglio tenere sotto controllo le cose – devo mettermi in gioco).

Mosè disse a Dio: «Chi sono io per andare dal faraone e per far uscire dall’Egitto gli Israeliti?» (Es 3,11).

Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: Il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro?» (Es 3,13).

Mosè rispose: «Ecco, non mi crederanno, non ascolteranno la mia voce, ma diranno: Non ti è apparso il Signore!» (Es 4,1)

Mosè disse al Signore: «Mio Signore, io non sono un buon parlatore; non lo sono mai stato prima e neppure da quando tu hai cominciato a parlare al tuo servo, ma sono impacciato di bocca e di lingua» (Es 4,10).

Tutte scuse. Mosè ha detto queste quattro cose per paura, perché aveva paura di mettersi in gioco, paura del cambiamento. Dio dice: “se ti ho chiamato a una cosa, io so che tu puoi farla e ti do la forza per farla…” Dobbiamo non fare come Mosè, ma di dire: “se me lo chiedi, Dio, saprai Tu”.

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