RESURREZIONE

RESURREZIONE

Parole di vita: RESURREZIONE

Il primo giorno dopo il sabato, di buon mattino, si recarono alla tomba, portando con sé gli aromi che avevano preparato. Trovarono la pietra rotolata via dal sepolcro; ma, entrate, non trovarono il corpo del Signore Gesù. Mentre erano ancora incerte, ecco due uomini apparire vicino a loro in vesti sfolgoranti. Essendosi le donne impaurite e avendo chinato il volto a terra, essi dissero loro: «Perché cercate tra i morti colui che è vivo? Non è qui, è risuscitato. Ricordatevi come vi parlò quando era ancora in Galilea, dicendo che bisognava che il Figlio dell’uomo fosse consegnato in mano ai peccatori, che fosse crocifisso e risuscitasse il terzo giorno». Ed esse si ricordarono delle sue parole. E, tornate dal sepolcro, annunziarono tutto questo agli Undici e a tutti gli altri. Erano Maria di Màgdala, Giovanna e Maria di Giacomo. Anche le altre che erano insieme lo raccontarono agli apostoli. Quelle parole parvero loro come un vaneggiamento e non credettero ad esse (Lc 24,1-11).

Riportiamo di seguito il testo definitivo della catechesi tenuta da papa Francesco nell’Udienza generale di mercoledì 4 ottobre 2017 in piazza San Pietro.

Tema “Missionari di speranza oggi”.

In effetti, il cristiano non è un profeta di sventura. Noi non siamo profeti di sventura. L’essenza del suo annuncio è l’opposto, l’opposto della sventura: è Gesù, morto per amore e che Dio ha risuscitato al mattino di Pasqua.

E questo è il nucleo della fede cristiana.

Se i Vangeli si fermassero alla sepoltura di Gesù, la storia di questo profeta andrebbe ad aggiungersi alle tante biografie di personaggi eroici che hanno speso la vita per un ideale.

Il Vangelo sarebbe allora un libro edificante, anche consolatorio, ma non sarebbe un annuncio di speranza.

Ma i Vangeli non si chiudono col venerdì santo, vanno oltre; ed è proprio questo frammento ulteriore a trasformare le nostre vite.

Sembrava che tutto fosse finito, e alcuni, delusi e impauriti, stavano già lasciando Gerusalemme.

Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?». Domandò: «Che cosa?». Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso. Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute. Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto». Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! (Lc 24,13-24).

Gesù è risorto! Non è più nella tomba e anche la tua vita deve risorgere.

Non puoi restare nella tomba come Lazzaro. Gesù Viene, ti chiama per nome a venire fuori dalla tomba della morte e ti chiede di non trattenere nel tuo cuore la morte: non fare TU da TOMBA della MORTE e di COSE MORTE.

Da qual momento non avranno solamente una bella notizia da portare a tutti, ma saranno loro stessi diversi da prima, come rinati a vita nuova.

La risurrezione di Gesù ci trasforma con la forza dello Spirito Santo. Gesù è vivo, è vivo fra noi, è vivente e ha quella forza di trasformare.

Com’è bello pensare che si è annunciatori della risurrezione di Gesù non solamente a parole, ma con i fatti e con la testimonianza della vita! Gesù non vuole discepoli capaci solo di ripetere formule imparate a memoria.

VUOLE VITA data dalla RESURREZIONE: vuole che contagiamo chi è ancora MORTO.

Vuole testimoni: l’ho visto e l’ho sperimentato / l’ho visto sperimentandolo.

C’è un “di più” che abita l’esistenza cristiana, e che non si spiega semplicemente con la forza d’animo o un maggiore ottimismo.

La fede, la speranza nostra non è solo un ottimismo; è qualche altra cosa, di più!

É una certezza data dalla RESURREZIONE: da questa potenza di VITA che irrompe e TRASFORMA ogni COSA.

Noi siamo discepoli di un Gesù RISORTO – VIVO – OPERANTE.

Condividi questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *