SHALOM

Parole di vita: SHALOM

Gv 14,27 “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dá il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore”.

La parola shalom è una delle parole più “piene di significati” che la Bibbia contiene. Il suo significato è molto più profondo, complesso e completo della sola traduzione “pace”.  Essa certamente contiene e esprime il significato di “pace”, ma non solo nel senso di assenza di conflitto quanto piuttosto uno stato o modo di essere che può essere definito, ma mai totalmente, con i seguenti termini: interezza, integrità, felicità, sicurezza, star-bene, condizione di tranquillità, di ordine, pienezza, totalità, perfezione, armonia, compiutezza.

Ecco diversi significato del verbo (dalla radice shlm) descritto nell’antico testamento:

  • essere intero, sano, essere senza danno (Gen 15,15; Gen 33,18);
  • avere soddisfazione, abbastanza, essere appagato (Gb 9,4; 1Re 7,51);
  • pagare, indennizzare (Es 21,33 s.; 1Sam 24,20);
  • adempiere, portare a compimento, ristabilire (Gb 8,6);
  • costruire, terminare (1Re 9,25);
  • nominare qualcuno destinatario del pagamento, rappacificare (Gs 10, 1.4; 2Sam 10,19);
  • l’opera più forte e che le può racchiudere tutte è sicuramente il riscatto operato dal Messia.

Tutto questo ci illumina su tutti gli elementi dell’armonia psico-fisica dell’uomo in sé, nella relazione con gli altri esseri umani e nel suo rapporto con Dio:

  • benessere (Gn 37,14);
  • prosperità (Is 66,12);
  • favore, amore (Ct 8,10);
  • onestà, rispettabilità (Is, 59,8);
  • giustizia e diritto (Is 32,17 s.);
  • bene personale e del paese (Gn 41,16; Ger 29,7).

Altri significati dati dalla forma verbale possono essere:

  • “Pagare – ripagare” come nell’espressione lebab shalem, che significa “cuore che paga”, nel senso di cuore riconoscente (al Signore)
  • “Essere completo” come in 1Re 9,25: “Egli (Salomone) completò (Shalam) il tempio”.

Come sostantivo è usato per descrivere la situazione di “chi ha a sufficienza, con misura traboccante, senza avere nulla di meno del massimo”.

L’espressione “fare shalom” è talvolta sinonimo di “stipulare un accordo, un patto”.

Anche alcuni salmi riportano questa “Parola”:

  • Salmo 86(85),11 – Shalôm fa coppia con giustizia, per descrivere la pienezza dei beni messianici: “Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si baceranno…”.
  • Salmo 23(22) – viene illustrato bene il significato: ” Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla…il mio calice trabocca…”.

Vi sono poi dei nomi propri che portano la radice Shalôm:

  • Gerusalemme (città della pace),
  • Salomone (la sua ricompensa),
  • Assalonne (mio padre è pace),
  • e molti altri.

Gli Israeliti infatti, incontrandosi, si salutano con Shalom! Si augurano scambievolmente la pace e si informano della pace del proprio interlocutore (M Berachot II, 1, b 4b).

Vediamo come Dio usa la shalom con il suo popolo:

  • Egli fa dono della pace a Israele (Sl 28,11; Is 26,12).
  • E lo fa in virtù dell’Alleanza (Nm 25).
  • Se Israele rompe l’Alleanza Dio gli nega la Pace, che è pronto a riconcedergli se Israele si rivolge a Lui (Lv 26).

Noi sappiamo dalla sacra scrittura che Adamo, l’uomo di terra, viveva in shalom con Dio finché non fu scacciato dalla presenza dell’Altissimo: “Poi udirono il Signore Dio che passeggiava nel giardino alla brezza del giorno e l’uomo con sua moglie si nascosero dal Signore Dio, in mezzo agli alberi del giardino” (Gen 3,8).

E noi, eredi spirituali dell’antica coppia, veniamo al mondo in uno stato di morte spirituale, di separazione da Dio, la cui conseguenza è l’odio, la divisione presente in noi stessi e nei rapporti con gli altri.

Ma Dio ha un Amore eterno per l’uomo (cfr. Ger 31,3) e quindi per Grazia ha voluto rimuovere l’ostacolo, come celebrano i Salmi “Hallel “, e rendere possibile la riconciliazione.

“Quindi se uno è in Cristo è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove. Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione” (2 Cor 5,17-19).

La riconciliazione rimette insieme le parti che si sono allontanate e, per mezzo della morte del Messia per noi, possiamo essere riconciliati con Dio: ed è così che ci viene la SHALOM, la pace. Dice il Signore: “Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi” (Gv, 14,27).

Noi cristiani abbiamo conservato nella liturgia eucaristica “il segno della pace” che ci scambiamo con gioia prima di nutrirci all’Unica Mensa (Corpo di Cristo) “Se dunque presenti la tua offerta sull’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all’altare e và prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna ad offrire il tuo dono (Mt 5,23-24).

Anche la formula di congedo: “Andate in Pace”, alla quale l’Assemblea risponde “Rendiamo grazie a Dio”, denota una chiara similitudine con la conclusione delle preghiere ebraiche, e dell’espressione Shalom conserva tutta la pregnanza semantica, ma anche di realtà dinamica che si fa concretamente presente nei fedeli.

Essa tuttavia non viene in noi attraverso lo sforzo personale, una convinzione dottrinale o le pratiche religiose, ma solo attraverso la persona del Cristo. È solo attraverso le fede nel Signore Gesù che possiamo trovare il vero riposo dello spirito, la vera pace. Egli fa sì che si ricostituisca:

al posto dell’odio, l’amore

al posto della contesa, l’armonia

al posto della frantumazione, l’integrità

al posto delle tenebre, la luce

al posto della disperazione, la speranza

al posto del dubbio, la fede

al posto dell’agitazione, il riposo

al posto del non senso, la buona volontà

al posto dell’estraneità, la familiarità

al posto del vuoto, la pienezza

al posto del fallimento, la vittoria

al posto della morte, la Vita

SHALOM: il dono più grande che una persona può ricevere!

Per un’ulteriore studio e approfondimento visitate il sito dal quale è stata tratta questa riflessione: http://www.nostreradici.it/shalom.htm

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