VERAMENTE NON SONO DEGNO?

VERAMENTE NON SONO DEGNO?

Massimo Coero Borga – Briciole di Vangelo

VERAMENTE NON SONO DEGNO?

“Non sono degno di partecipare alla tua mensa ma dì soltanto una parola e io sarò salvato”.

Mi è sempre stata stretta questa affermazione. Già abbiamo poca autostima, se poi mentre guardiamo Gesù e gli diciamo questa frase sembra che affermiamo: “Non guardarmi perché faccio schifo e non sarò mai all’altezza”.
Allora vediamo di capirci qualcosa in più di questo “non sono degno”.

FIGLIO PRODIGO
Partiamo quindi dal figliol prodigo che nel momento peggiore della sua vita si prepara una preghiera da rivolgere al Padre:
Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati» (Lc 15,18-19).
Ed ecco cosa dice quando si incontrano:
Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio» (Lc 15,21).
Che cosa rispose il Padre a questa “preghiera” del figlio disgraziato?
Ma il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa (Lc 15,22-23).
Forse avrai notato che già non gli fece dire l’ultima parte di quello che si era preparato:
Trattami come uno dei tuoi salariati» (Lc 15,18-19).
Bloccandogli questa affermazione sembra dirgli «non ti permettere di dirti meno di mio figlio, perché per me “vali” e quindi non potrai mai essere come un garzone perché nel mio cuore sei sempre stato e sarai sempre un figlio amato».
E poi lo reintegrò alla grande… e fece anche festa.

GIOVANNI IL BATTISTA
Sentite cosa dice Giovanni parlando del cugino Gesù e della sua relazione con Lui:
Viene dopo di me colui che è più forte di me: io non sono degno di chinarmi per slegare i lacci dei suoi sandali (Mc 1,7).
Ma ecco cosa succede quando incontra Gesù per la prima volta:
Allora Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare (Mt 3,13-15).

Parabola raccontata da Gesù
In una sua parabola ad un certo punto viene detto:
La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni (Mt 22,8).
Ah, vediamo come qualcuno non sia degno di stare alla mensa con Dio.
Ma cosa avevano “combinato” per essere “indegni”?
«Il regno dei cieli è simile a un re, che fece una festa di nozze per suo figlio. Egli mandò i suoi servi a chiamare gli invitati alle nozze, ma questi non volevano venire. Mandò di nuovo altri servi con quest’ordine: «Dite agli invitati: Ecco, ho preparato il mio pranzo; i miei buoi e gli animali ingrassati sono già uccisi e tutto è pronto; venite alle nozze!». Ma quelli non se ne curarono e andarono chi al proprio campo, chi ai propri affari; altri poi presero i suoi servi, li insultarono e li uccisero. Allora il re si indignò: mandò le sue truppe, fece uccidere quegli assassini e diede alle fiamme la loro città. Poi disse ai suoi servi: «La festa di nozze è pronta, ma gli invitati non erano degni (Mt 22,3-8).
L’indegnità è quindi venuta solo nel momento che hanno reputato che c’erano altre cose più importanti di questo incontro con Dio. Hanno preferito fare altro e si sono dichiarati “da soli” non degni.

FINALE
Quindi proseguiremo a dire la solita preghiera nella messa, ma possiamo nel nostro cuore rielaborala così:
Signore Gesù, non sarei per niente degno in quanto a peccatore, di partecipare alla tua mensa, ma sei tu che mi hai chiamato per nome e mi reputi tuo figlio, allora dico amen a questa tua chiamata che mi hai rivolto e accolgo la Tua parola che mi salverà alla grande”.

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