RELIGIONE O FEDE?

RELIGIONE O FEDE?

Tu preghi (reciti preghiere) o hai fede?

Certo che io credo, vado a messa e dico anche tutte le preghiere.

Ma perché preghi?

Perché me lo hanno insegnato, perché ho paura del castigo, perché mi sento a posto, perché spero di ottenere, perché ho bisogno di stare bene, perché…

Tu credi che c’è un Dio solo? Fai bene; anche i demòni lo credono e tremano! Insensato, vuoi capire che la fede senza le opere non ha valore? Abramo, nostro padre, non fu forse giustificato per le sue opere, quando offrì Isacco, suo figlio, sull’altare? Vedi: la fede agiva insieme alle opere di lui, e per le opere la fede divenne perfetta. (Gc 2,19-22).

Ma allora posso pregare senza credere?

Purtroppo sì. Noi cerchiamo Dio per tanti motivi ma sovente non perché lo amiamo: “Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Mt 22,37).

Tutti abbiamo questa ricerca dell’oltre, del trascendente, di qualcosa che non vediamo ma che ci sorpassa perché siamo stati creati “spirituali” (cercatori di Dio).

Sovente, però, si cerca in posti sbagliati e in modi sbagliati: Lasciateli stare! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso (Mt 15,14).

Pregare, cioè in particolare chiedere, aiuta soprattutto nel momento di angoscia a cercare una soluzione, un perché, un rimettere a posto le cose. Noi vogliamo “avere”…dicendo anche: “poi non ti disturberò più”.

Spazzatura spirituale, clientelismo divino. Quasi Dio fosse il supermercato e io ordino quello di cui ho bisogno.

Troppo spesso cerchiamo le cose di Dio e non il Dio che si manifesta anche nelle cose. Sovente continuiamo a cercare solo noi stessi, cioè solo risposte facili per “stare bene”.

La ricerca diventa così solo “rassicurazione”. Tendiamo a cercare il Dio che risolva ogni cosa, ma senza che noi ci mettiamo in dubbio, in cammino. Senza cambiamento nella nostra vita, c’è da dubitare di aver incontrato il Dio originale, quello che veramente salva.

Certo, la sapienza di Dio usa qualche nostro bisogno che ci riporta a Lui per poterci salvare, per darci un’opportunità. Il figliol prodigo tornò dal padre per fame e lì ci fu l’incontro e la salvezza. Dio sfrutta, talmente ci ama, anche il nostro cercare “qualcosa” da Lui.

Dio è amore quindi è “normale” che ami, cioè che manifesti quello che ha nel suo cuore.

Ma come disse Gesù: Dio non farà forse giustizia ai suoi eletti, che gridano giorno e notte verso di lui? Li farà forse aspettare a lungo? Io vi dico che farà loro giustizia prontamente. Ma il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?» (Mt 18,7-8).

C’è quindi bisogno di fare un incontro, di fare l’incontro che cambia il cuore, che cambia la vita.

Allora la mia esistenza diventa totalmente nuova, non prego per ottenere ma per “stare con Dio”, con quel Dio che mi ha amato e che, di conseguenza, vuole guidare la mia vita verso la verità e la pienezza.

La fede diventa quindi incontro, esperienza, mettersi in dubbio, cambiamento.

La fede mi fa incontrare questo Gesù che non per forza risolve tutto (a modo mio), ma risolve la mia ricerca di senso e da un senso, una direzione alla mia esistenza.

E questo sarà il risultato: Temete il Signore, suoi santi: nulla manca a coloro che lo temono (Sal 34,10).

Vi lascio al percorso specifico per poter sperimentare l’incontro: https://www.ilcrocifissorisorto.it/shop/incontri-che-cambiano-la-vita/

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