Adesso e nell’ora della nostra vita

Adesso e nell’ora della nostra vita

Cari Sara e Massimo, scrivo a entrambi perché seguo “Il Crocifisso Risorto” che mi sta dando molta grazia, e ho interpellato entrambi per la situazione di nostro figlio Giovanni… e questa manifestazione di Dio va condivisa con voi.

Riassunto: abbiamo tre figli piccoli. Il maggiore, Giovanni, di tre anni e mezzo, ha un disturbo del linguaggio, per cui con molta difficoltà dice pochissime paroline (bisillabi, rare frasette di due parole, spesso sbagliate).

Per esempio, con molto impegno siamo riusciti a fargli dire “Gesù” (pronunciato “Gegiu”) quando diciamo l’Ave Maria.

Alcuni giorni fa ci trovavamo in una rinomata località turistica alpina e siamo entrati con tutta la famiglia in una chiesa per dare un saluto a Gesù. Che contrasto tra le vie affollate e piene di luminarie e la chiesa vuota e buia, da sembrare quasi chiusa… in quei giorni, inoltre, il mio cuore di mamma era appesantito dalla situazione attuale e dalle preoccupazioni per il bambino, verso cui stavamo dedicando tante attenzioni nella logopedia e tanta preghiera con apparenti scarsi risultati.

Nella chiesetta era illuminato solo il presepe e qualche candela davanti alla statua di Maria. Dopo aver pregato tutti insieme davanti al presepe e al Tabernacolo, il papà propone al bambino di accendere una candelina alla Madonna, ma prima di ripetere con lui Ave Maria. Il nostro piccolo accetta di buon grado e ripete Ave Maria. Confidente del risultato, il papà prosegue a fargli ripetere parola per parola il seguito della preghiera: “piena di grazia…ecc”; con grande sorpresa arriva fino a dirla tutta (non aveva mai ripetuto qualcosa di così lungo). Sul finale, il papà sta terminando: “Adesso e nell’ora della nostra…” e il piccolo fa: “Adesso e nell’ora della nostra VITA!”.

Il papà ed io ci siamo guardati commossi. Non solo per il risultato, ma soprattutto per quel VITA detto così sicuro, nitido e candido. Lui non sa ancora fare i contrari delle parole astratte (es: vita/morte); normalmente, quando parla, pronuncia male le sillabe (“vita” potrebbe essere espresso come “dita” o “vite”); il papà non aveva ancora detto “morte” e non c’era intenzionalità di impertinenza o giochetto. Solo un sorridente Vita che abbiamo proprio preso come dono di Maria in mezzo al buio.

Ho sentito che questo piccolo (per la situazione non tanto piccolo) episodio di consolazione non era solo per noi ma per tutti, quindi ve lo racconto.

Camminare con Gesù, aiutati da un ministero, è proprio una grande grazia in questi tempi.

Un caro saluto e buon anno benedetto!

Alberta

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