FELICITÀ

FELICITÀ

Parole di vita: FELICITÀ

Hai passato nella gioia il Natale?
Hai festeggiato il compleanno?
Hai fatto le ferie?
Hai vissuto bene il week-end?
Qualcuno risponderà SI, ma poi si esaurisce, altri NO.

Nel sesto mese, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. Entrando da lei, disse: “Ti saluto (chaire_rallegrati), o piena di grazia, il Signore è con te” (Lc 1,26-28).

C’erano in quella regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si presentò davanti a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento, ma l’angelo disse loro: “Non temete, ecco vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo Signore (Lc 2,8-11).

Scrive nel suo libro “Donna il caso serio dell’amore” Angelo Scola (fu arcivescovo della diocesi ambrosiana):
La felicità o è definitiva o non è. Deve essere eterna! Ma su questo aggettivo bisogna intendersi. Per troppo tempo, infatti, felicità eterna ha significato felicità post-datata. Una sorte di capitale accumulato – al prezzo di continue privazioni – per l’al di là, ma del tutto indisponibile nell’al di qua. Eppure Gesù ci ha promesso anche il centuplo quaggiù! La felicità cristiana non è solo per dopo (la vita eterna), né solo per ora (l’attimo fuggente), ma per sempre.

Se cerchi felicità in qualche cosa o in qualcuno sarai sicuramente triste prima o poi, il piacere sensuale è per un momento e poi rimane il vuoto e anche l’amarezza, se non addirittura poi conti le piaghe e le ferite che questa “falsa felicità” ha lasciato dietro a se:
“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, che pone nella carne il suo sostegno e il cui cuore si allontana dal Signore (Ger 17,5).

Per durare una cosa deve avere un’origine che non si esaurisce:
I settantadue tornarono pieni di gioia dicendo: “Signore, anche i demòni si sottomettono a noi nel tuo nome”. Egli disse: “Io vedevo satana cadere dal cielo come la folgore. Ecco, io vi ho dato il potere di camminare sopra i serpenti e gli scorpioni e sopra ogni potenza del nemico; nulla vi potrà danneggiare. Non rallegratevi però perché i demòni si sottomettono a voi; rallegratevi piuttosto che i vostri nomi sono scritti nei cieli”. In quello stesso istante Gesù esultò nello Spirito Santo e disse: “Io ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, che hai nascosto queste cose ai dotti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, Padre, perché così a te è piaciuto. Ogni cosa mi è stata affidata dal Padre mio e nessuno sa chi è il Figlio se non il Padre, né chi è il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Lc 10,17-21).

DA USARE COME PREGHIERA
Rallegratevi nel Signore, sempre; ve lo ripeto ancora, rallegratevi. La vostra affabilità sia nota a tutti gli uomini. Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù (Fil 4,4-7).

Finora non avete chiesto nulla nel mio nome. Chiedete e otterrete, perché la vostra gioia sia piena (Gv 16,23-24).

Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé (Gal 5,22).

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