GIUDITTA (1): ferma il generale nemico e bloccherai tutto l’esercito!

GIUDITTA (1): ferma il generale nemico e bloccherai tutto l’esercito!

Massimo Coero Borga – 24 marzo 2020

GIUDITTA (1): ferma il generale nemico e bloccherai tutto l’esercito!

Il nome “GIUDITTA” (Judith) che significa (giudea) rappresenta l’anima giudaica genuina con una fiducia incondizionata nel suo DIO, così come noi dovremmo rappresentare l’anima cristiana che ripone la fiducia incondizionata nel nostro Dio.

In Giuditta possiamo vedere la figura di Maria e quella di ogni cristiano vero. Dovrebbe essere un modello anche per noi.

PROGETTO DI MORTE (Gdt 2,1-13)

Nel capitolo 2 del libro di Giuditta c’è un progetto di morte. Il nemico della vita vuole distruggere noi e il mondo:
1Nell’anno diciottesimo, il giorno ventidue del primo mese, corse voce nel palazzo di Nabucodònosor, re degli Assiri, che egli avrebbe fatto vendetta contro tutte quelle regioni, come aveva detto. 2Radunò tutti i suoi ministri e tutti i dignitari, tenne con loro consiglio segreto e decise egli stesso la distruzione totale di quelle regioni. 3Essi decisero di sterminare tutti quelli che non si erano allineati con l’ordine da lui emanato.

Nabucodonosr, che rappresenta il diavolo, convoca tutti i dignitari e cerca di dire le cose in segreto, al contrario di Dio, che opera alla luce del sole. Decide per la distruzione di tutti quelli che non erano allineati con lui. Il diavolo ci vuole suoi. Abbiamo un nemico che ci vuole suoi e se non siamo dalla sua, ci farà guerra. Dobbiamo, quindi, combattere.

4Quando ebbe finito la consultazione, Nabucodònosor, re degli Assiri, chiamò Oloferne, generale supremo del suo esercito, che teneva il secondo posto dopo di lui, e gli disse: 5«Questo dice il grande re, il signore di tutta la terra: «Ecco, partito dalla mia presenza, tu prenderai con te uomini di indiscusso valore: centoventimila fanti e un contingente di dodicimila cavalli con i loro cavalieri; 6quindi marcerai contro tutti i paesi di occidente, perché quelle regioni hanno disobbedito al mio comando. 7A costoro comanderai di preparare terra e acqua, perché con collera io piomberò su di loro e coprirò tutta la faccia della terra con i piedi del mio esercito e li darò in suo potere per il saccheggio.

Nabucodonosor chiama Oloferne, il generale supremo del suo esercito, gli fa convocare persone forti e abili e lo fa andare in tutti i paesi. Ancora oggi accade questo, vedi, ad esempio, con il Coronavirus, che è stato mandato dal diavolo per “farci fuori” (il diavolo viene per rubare uccidere e distruggere). Noi dovremmo scoprire qual è l’Olofene che guida tutti i mali nella nostra vita ed essere pronti al combattimento, con le armi di Cristo.

8Quelli di loro che cadranno colpiti riempiranno le loro valli, e ogni torrente e fiume sarà pieno dei loro cadaveri fino a straripare; 9i loro prigionieri li condurrò fino agli estremi confini della terra. 10Tu dunque va’ e occupa per me tutto il loro paese e, quando si saranno arresi a te, li terrai a mia disposizione fino al giorno del loro castigo. 11Quanto ai ribelli, il tuo occhio non li risparmierà dalla morte e dalla devastazione in tutto il territorio. 12Come è vero che vivo io e vive la potenza del mio regno, questo ho detto e questo farò di mia mano. 13E tu non trasgredire parola alcuna del tuo signore, ma porta a compimento con ogni cura ciò che ti ho comandato e non indugiare a eseguire queste cose»».

Nabucodonosor continua a dire a Oloferne: “riempiremo di cadaveri tutto il mondo…”. Quelli che si arrenderanno, diventeranno schiavi del male, del nemico. Come ci dice san Paolo, infatti, chi fa il peccato è schiavo del nemico. Si raccomanda poi di non far sapere nulla di quanto ordinato e di portare a termine “con ogni cura” ciò che gli aveva ordinato. Chi fa il male spesso si impegna molto per fare bene il proprio compito, ci mette cura, cerca il modo migliore di organizzare, di fare “pubblicità” ecc… e invece, purtroppo, chi fa il bene, a volte, lo fa “così”, un po’ come capita, senza particolare cura. In questo “i figli delle tenebre, spesso, sono più scaltri dei figli della luce”. Dovremmo imparare a fare meglio il bene.

IL MALE ATTACCA IL MONDO (Gdt 2,14-28)

Partito dalla presenza del suo signore, Oloferne convocò tutti i comandanti, gli strateghi e gli ufficiali dell’esercito assiro; 15quindi, come gli aveva ordinato il suo signore, contò gli uomini che aveva scelto per la spedizione in numero di centoventimila, più dodicimila arcieri a cavallo, 16e li dispose come si usa schierare la truppa per la guerra. 17Prese poi cammelli e asini e muli in dotazione alle truppe, in numero grandissimo, e ancora pecore e buoi e capre, in quantità innumerevole per il loro vettovagliamento. 18Provvide ancora razioni in abbondanza per ciascun uomo e gran rifornimento d’oro e d’argento dal tesoro del re. 19Poi lui e tutte le sue truppe si misero in marcia, per precedere il re Nabucodònosor e coprire tutta la faccia della terra di occidente con i loro carri, i cavalieri e la fanteria scelta. 20Con loro si mise in cammino una moltitudine varia, numerosa come le cavallette e come la polvere del suolo, che non si poteva contare per la grande quantità.

Oloferne obbedisce perfettamente al male. Il male sa come fare, è organizzato.

21Partirono da Ninive camminando tre giorni in direzione della pianura di Bectilèt, e da Bectilèt andarono ad accamparsi vicino al monte che sta sulla sinistra della Cilicia superiore. 22Di là, con tutto il suo esercito, fanti e cavalli e carri, Oloferne si diresse verso la montagna. 23Devastò Fud e Lud, e depredò tutti i figli di Rassìs e gli Ismaeliti, che abitavano di fronte al deserto, a sud di Cheleòn. 24Passò l’Eufrate, attraversò la Mesopotamia e demolì tutte le città che s’innalzavano sul torrente Abronà, giungendo fino al mare. 25Invase i paesi della Cilicia, sterminò quanti gli si opponevano e arrivò ai confini meridionali di Iafet, di fronte all’Arabia. 26Accerchiò anche tutti i Madianiti, appiccò il fuoco alle loro tende e depredò il loro bestiame. 27Scese verso la pianura di Damasco nei giorni della mietitura del grano, diede fuoco a tutti i loro campi e votò allo sterminio le loro greggi e gli armenti, saccheggiò le loro città, devastò le loro campagne e passò a fil di spada tutti i loro giovani.
28Allora la paura e il terrore di lui si diffusero fra tutti gli abitanti della costa, quelli che si trovavano a Sidone e a Tiro, gli abitanti di Sur e di Okinà e tutti quelli di Iàmnia; anche gli abitanti di Azoto e di Àscalon furono presi da grande terrore.

Il nemico inizia ad attaccare e il terrore si diffonde, vedi oggi per noi il Coronavirus, ma non solo… ci sono tante altre cose più sottili e silenti che portano a delle morti peggiori (perché non solo fisiche, ma anche e soprattutto dell’anima).
Cosa succede, allora? Chi ha paura inizia a sottomettersi al male, al maligno. Anche chi non crede in Dio fa la stessa cosa, cioè chi sceglie di vivere senza grazia.

SOTTOMESSI AL MALE (Gdt 3,1-4)

1 Gli inviarono perciò messaggeri con proposte di pace: 2«Ecco, noi, servi del grande re Nabucodònosor, ci mettiamo davanti a te; fa’ di noi quanto ti piacerà. 3Ecco, le nostre case e tutto il nostro territorio e tutti i campi di grano, le greggi e gli armenti e tutto il bestiame delle nostre tende sono a tua disposizione, perché te ne serva come a te piace. 4Anche le nostre città e i loro abitanti sono tuoi servi; vieni e trattale come ti è gradito».

Il mondo inizia a cedere alle lusinghe del nemico. anche oggi chi per fame, chi per paura, chi per ignoranza, chi per… si sottomette al “principe di questo mondo” (così chiamò Gesù il maligno). In altre parti della Bibbia è scritto che il mondo giace sotto il controllo del diavolo.

IL POPOLO DI DIO (Gdt 4,1-3)

Quando gli Israeliti che abitavano in tutta la Giudea appresero quello che Oloferne, il comandante supremo di Nabucodònosor, aveva fatto agli altri popoli e come aveva messo a sacco tutti i loro templi e li aveva votati allo sterminio, 2furono presi da indicibile terrore di fronte a lui e trepidarono per Gerusalemme e per il tempio del Signore, loro Dio. 3Essi erano tornati da poco dall’esilio e di recente tutto il popolo si era radunato in Giudea; gli arredi sacri e l’altare e il tempio erano stati consacrati dopo la profanazione.

Gli israeliti, nella loro storia, erano stati già schiavi, erano poi riusciti a liberarsi dalla schiavitù (perché pregavano Dio e Dio e li liberava) ed erano tornati da poco dall’esilio. Le sfide però non finiscono mai e per questo dobbiamo imparare a combattere, così saremo pronti per le altre sfide che arriveranno. Gli israeliti iniziano ad avere paura per loro e per il loro tempio, perché per loro, non avere il tempio, avrebbe significato non potere più rivolgersi a Dio. Anche noi abbiamo un tempo, una chiesa “di mura” a cui normalmente facciamo riferimento, ma il nostro tempio siamo, prima di tutto, noi stessi. Siamo Chiesa, siamo il tempio di Dio… poi, certo, andiamo in chiesa, ma la fede deve essere in ogni luogo, noi siamo tempio dello Spirito Santo sempre.

 LA PREGHIERA DEL POPOLO DI DIO (Gdt 4,8-11.13)

Gli Israeliti fecero come avevano loro ordinato il sommo sacerdote Ioakìm e il consiglio degli anziani di tutto il popolo d’Israele, che si trovava a Gerusalemme. 9E ogni Israelita levò il suo grido a Dio con fervida insistenza e tutti si umiliarono con grande zelo. 10Essi con le mogli e i bambini, i loro armenti e ogni forestiero e mercenario e i loro schiavi si cinsero di sacco i fianchi. 11Ogni uomo o donna israelita e i fanciulli che abitavano a Gerusalemme si prostrarono davanti al tempio e cosparsero il capo di cenere e, vestiti di sacco, alzarono le mani davanti al Signore.
13Il Signore ascoltò il loro grido e volse lo sguardo alla loro tribolazione, mentre il popolo digiunava da molti giorni in tutta la Giudea e a Gerusalemme, davanti al santuario del Signore onnipotente.

Il sommo sacerdote Ioakim si era trovato con il consiglio degli anziani del popolo d’Israele e aveva detto di mettersi a pregare. Ogni israelita levò, così, il grido a Dio con fervida insistenza, umiliandosi davanti a Dio e alzando le mani davanti al Signore, in segno di resa e di proclamazione che il Signore è Dio. Il Signore dice che quando noi preghiamo, Lui ci ascolta, ci vede e vuole intervenire.

IL NEMICO SI INFORMA (Gdt 5)

1 Frattanto a Oloferne, comandante supremo dell’esercito di Assur, fu riferito che gli Israeliti si preparavano alla guerra e avevano bloccato i valichi montani, avevano costruito fortificazioni sulle cime dei monti e avevano posto ostacoli nelle pianure. 2Egli andò su tutte le furie e convocò tutti i capi di Moab e gli strateghi di Ammon e tutti i satrapi delle regioni marittime, 3e disse loro: «Spiegatemi un po’, voi figli di Canaan, che popolo è questo che dimora sui monti e come sono le città che abita, quanti sono gli effettivi del suo esercito, dove risiede la loro forza e il loro vigore, chi si è messo alla loro testa come re e condottiero del loro esercito 4e perché hanno rifiutato di venire incontro a me, a differenza di tutte le popolazioni dell’occidente».

Il diavolo è arrabbiato perché noi siamo figli di Dio e allora cerca di faci fuori, prima di tutto informandosi per capire con chi ha a che fare: “qual è la loro forza, chi è il loro capo? Perché hanno rifiutato di venire incontro a me, a differenza degli altri?”. Perché i cristiani rifiutano di seguire il diavolo?

5Gli rispose Achiòr, condottiero di tutti gli Ammoniti: «Ascolti bene il mio signore la risposta dalle labbra del tuo servo: io dirò la verità sul conto di questo popolo, che sta su queste montagne, vicino al luogo ove tu risiedi, né uscirà menzogna dalla bocca del tuo servo.

Achior, prima di rispondere, annuncia che sta per dire la verità e spiega il perché gli israeliti non seguono gli dei ma solo il loro Dio. In pratica, spiega la storia sacra di Abramo e della sua discendenza, spiegando che Dio benedice la nostra vita quando noi obbediamo.

6Questo è un popolo che discende dai Caldei. 7Essi dapprima soggiornarono nella Mesopotamia, perché non vollero seguire gli dèi dei loro padri che si trovavano nel paese dei Caldei. 8Abbandonata la via dei loro antenati, adorarono il Dio del cielo, quel Dio che essi avevano riconosciuto; perciò quelli li scacciarono dalla presenza dei loro dèi ed essi fuggirono in Mesopotamia e là soggiornarono per molto tempo. 9Ma il loro Dio comandò loro di uscire dal paese che li ospitava e di andare nel paese di Canaan. Qui infatti si stabilirono e si arricchirono di oro e di argento e di molto bestiame.
10Poi scesero in Egitto, perché la fame aveva invaso tutto il paese di Canaan, e vi soggiornarono finché trovarono da vivere. Là divennero anche una grande moltitudine, tanto che non si poteva contare la loro discendenza. 11Ma contro di loro si levò il re d’Egitto, che con astuzia li costrinse a fabbricare mattoni. Li umiliarono e li trattarono come schiavi.

È la storia di Giuseppe che va in Egitto e di Giacobbe con i suoi figli… e divennero una grande moltitudine. La benedizione di Abramo stava andando avanti. Le promesse si realizzano, anche se il nemico è sempre in agguato.

12Essi alzarono suppliche al loro Dio ed egli percosse tutto il paese d’Egitto con piaghe per le quali non c’era rimedio. Perciò gli Egiziani li cacciarono via dal loro cospetto. 13Dio prosciugò il Mar Rosso davanti a loro 14e li condusse sulla via del Sinai e di Kades Barne. Essi sgominarono tutti quelli che risiedevano nel deserto, 15dimorarono nel paese degli Amorrei e con la loro potenza sterminarono tutti gli abitanti di Chesbon; quindi, attraversato il Giordano, si impadronirono di tutta la regione montuosa. 16Cacciarono lontano da sé il Cananeo, il Perizzita, il Gebuseo, Sichem e tutti i Gergesei, e abitarono nel loro territorio per molti anni.

Non solo gli israeliti, ma tutti conoscevano la storia del popolo di Dio. Noi dovremmo far conoscere a tutti la storia sacra e potente del popolo di Dio.

17Finché non peccarono contro il loro Dio erano nella prosperità, perché un Dio che odia il male è in mezzo a loro. 18Quando invece si allontanarono dalla via che egli aveva disposto per loro, furono terribilmente sconfitti in molte guerre e condotti prigionieri in paese straniero; il tempio del loro Dio fu raso al suolo e le loro città furono conquistate dai loro nemici.

Finché non c’è peccato, c’è prosperità, ma quando si allontanavano dalla via, venivano terribilmente sconfitti. Il male ha autorità su di noi solo quando siamo noi a dargliela.

19Ma ora, convertìti al loro Dio, hanno fatto ritorno dai luoghi dove erano stati dispersi, hanno ripreso possesso di Gerusalemme, dove è il loro santuario, e si sono stabiliti sulle montagne, che prima erano deserte.

Il popolo si convertì di nuovo e Dio li ristabilì.

20Ora, mio sovrano e signore, se vi è qualche colpa in questo popolo perché hanno peccato contro il loro Dio, se cioè ci accorgiamo che c’è in loro questo impedimento, avanziamo e diamo loro battaglia.
21Se invece non c’è alcuna iniquità nella loro gente, il mio signore passi oltre, perché il loro Signore e il loro Dio non si faccia scudo per loro e noi diveniamo oggetto di scherno davanti a tutta la terra».

Anche i nemici sanno questa verità: se io e te ci allontaniamo dalla via, allora siamo attaccabili e perderemo, ma se non c’è iniquità, allora nessuno riuscirà a vincerci. Se in me e in te non c’è colpa, le porte sono chiuse al male, altrimenti il nemico può avere autorità e vincere.

22Quando Achiòr cessò di pronunciare queste parole, tutta la folla che circondava la tenda e stazionava intorno alzò un mormorio, mentre gli ufficiali di Oloferne e tutti gli abitanti della costa e i Moabiti proponevano di ucciderlo. 23«Non avremo certo paura degli Israeliti – dicevano – perché è un popolo che non possiede né esercito né forze per un valido schieramento. 24Dunque avanziamo, ed essi diventeranno un pasto per tutto il tuo esercito, o sovrano Oloferne».

Achior ha detto la verità a Oloferne: “avrai vittoria se il popolo di Dio peccherà, altrimenti no”. Per queste sue parole, volevano addirittura ucciderlo. Il male ci attaccherà sempre, ma se avremo le porte chiuse, il nemico non potrà entrare. Chiediamoci, in verità e senza sensi di colpa, se abbiamo peccato, e poi torniamo a Dio.

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