IL CUSTODE: 3) Recuperare i delusi

IL CUSTODE: 3) Recuperare i delusi

Recuperare i delusi

Sbandamenti durante il percorso

Abbiamo visto la figura di colui che accompagna qualcuno che si è messo in cammino. Solitamente questi (il neofita) ha comunque voglia di proseguire il cammino, tanto più sapendo che proseguendo nel cammino può giungere alla Terra Promessa.
Alcune volte, però, può succedere che l’accompagnato si stanchi, oppure ci si imbatte (Dio ti fa incontrare) in qualche deluso della “Chiesa” o qualcuno di simile.
Il CUSTODE deve, quindi, cambiare atteggiamento, in questo caso. Dovrà fare come fece Gesù con due quasi “ex discepoli”.

Recupero dis-persi e dis-perati
Lc 24,13-35   Ed ecco in quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, 14 e conversavano di tutto quello che era accaduto.
Ecco due discepoli che se ne vanno da Gerusalemme, dal luogo dove si è manifestata la gloria di Dio sulla Croce. Si allontanano dalla salvezza di SETTE miglia (distanza perfetta per essere fuori dalla grazia).
Camminano ma nel senso sbagliato e parlano fra di loro. Chi ha avuto qualche “brutta esperienza”, non se ne va in silenzio ma sente il bisogno parlarne, a volte per convincersi che la scelta che sta facendo è quella giusta.
Sembra un telegiornale intimo dove si mette l’accento solo sulle cose “sbagliate” (secondo il deluso).

15 Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava con loro.
Loro continuano imperterriti a parlare, anzi, anche a discutere – forse con toni accesi – per accrescere il loro convincimento, quando ecco l’intervento di Gesù (del “custode”, in vesti nuove).
Gesù non sta distante, anzi, si avvicina e inizia a camminare con loro. Non li prende di forza, non li rimprovera ma si affianca (per un attimo) anche se vanno dalla parte sbagliata.

16 Ma i loro occhi erano incapaci di riconoscerlo.
Sono ciechi. Gesù è con loro ma non lo riconoscono. Quando c’è stato un evento “traumatico”, si sviluppa un’incapacità di vedere la realtà con lo sguardo vero. Viene tutto deformato, si vede solo il “male” e si è incapaci di vedere il bene.

 17 Ed egli disse loro: «Che sono questi discorsi che state facendo fra voi durante il cammino?».
È particolare quello che fa Gesù. Non è indispettito o offeso perché non lo hanno riconosciuto. Lui non vive le ferite come faremmo noi (abbandono, rifiuto, ingiustizia e umiliazione).
Si è messo al loro fianco, cammina con loro e li interroga. Cerca di capire cosa stanno dicendo e cosa stanno provando (i pensieri provocano emozioni).
Camminare e parlare. Stanno andando in una certa direzione a causa di quello che hanno nel cuore e che stanno esternando.

Si fermarono, col volto triste;
Si fermano. La domanda attira l’attenzione. Blocca il loro allontanarsi, almeno per l’attimo in cui devono chiamare per nome quello che hanno dentro.
Hanno il volto triste. Chi si allontana da Gesù, da un gruppo, da una famiglia, da un’amicizia (a meno che non sia una cosa ragionevole) solitamente soffre e lo si vede anche esternamente.

18 uno di loro, di nome Clèopa, gli disse: «Tu solo sei così forestiero in Gerusalemme da non sapere ciò che vi è accaduto in questi giorni?».
Uno dei due è stupito della domanda. Si chiede come mai quello (Gesù) non sappia nulla degli accadimenti. Lo chiama difatti “forestiero”, cioè uno che non è della zona e non ha né visto né saputo nulla. Gli dice che è distante dalla “realtà” accaduta. Il vero distante, anzi, i distanti sono questi due discepoli ma loro non se ne rendono conto (sono ciechi, come visto prima).

19 Domandò: «Che cosa?».
Gesù non si impone, anzi, chiede spiegazioni.
Fa chiamare per nome quello che loro stanno elaborando.
“Cosa è successo”?
Noi solitamente per aiutare qualcuno lo vogliamo subito consigliare, gli vogliamo dire che sta sbagliando ma in questo modo facciamo allontanare ancora di più gli altri.
La tecnica usata da Gesù è la migliore per aiutare chi si sta allontanando (lo puoi fare anche con i tuoi cari – anzi, forse è l’unico modo per aiutarli a ritornare alla grazia).
Non si aiutano le persone imponendo loro di… andare a messa (e cose del genere). Queste vengono chiamate “tentate soluzioni disfunzionali” difatti solitamente si ottiene l’effetto contrario.

AUDIO: https://www.ilcrocifissorisorto.it/shop/perche-cosa-come/

Gli risposero: «Tutto ciò che riguarda Gesù Nazareno, che fu profeta potente in opere e in parole, davanti a Dio e a tutto il popolo; 20 come i sommi sacerdoti e i nostri capi lo hanno consegnato per farlo condannare a morte e poi l’hanno crocifisso.
Fino a qui descrivono la “scena” (gli eventi) in modo corretto. Fino a qui non ci sono letture personali bensì c’è una lettura degli eventi successi.

21 Noi speravamo che fosse lui a liberare Israele; con tutto ciò son passati tre giorni da quando queste cose sono accadute.
Ma eccoci alle emozioni. Emozioni provocate dalle loro aspettative.
Loro si aspettavano (illusione) che Gesù fosse il liberatore (effettivamente lo è stato) del popolo eletto ma secondo il loro schema.
Tutti noi abbiamo dei preconcetti, degli schemi, delle idee anche su Dio e su come dovrebbe agire (se fosse il Dio che vogliamo noi).
La stessa cosa succede per la chiesa, per un gruppo di preghiera, per un amico, per il coniuge, per i figli e così via. Siamo pieni di illusioni, cioè di sogni fantastici dove gli altri devono essere in un determinato modo (che ci renderebbe felici – pensiamo).
La delusione ormai è da “tre giorni”. Cioè è entrata nel cuore e sembra non poter più cambiare. Ormai è stata decretata una certa cosa/emessa una snetenza sulla situazione e/o sulla persona (anche plurale).
Se stai facendo il CUSTODE sai che il primo ostacolo alla grazia è l’idea sbagliata di Dio (e qui si può consigliare il percorso sugli “Ostacoli alla grazia”), quindi poi quando le cose non vanno come “pensavamo”, si va in tilt.

22 Ma alcune donne, delle nostre, ci hanno sconvolti; recatesi al mattino al sepolcro 23 e non avendo trovato il suo corpo, son venute a dirci di aver avuto anche una visione di angeli, i quali affermano che egli è vivo. 24 Alcuni dei nostri sono andati al sepolcro e hanno trovato come avevan detto le donne, ma lui non l’hanno visto».
Qualcuno ha provato a far capire a questi due che le cose non sono come loro le vedono. Parlano di una possibilità, di una cosa nuova, di una lettura diversa degli eventi.
Ma queste cose hanno portato “sconvolgimento” ma non sono state credute. Sono cose troppo distanti dalla normale reazione quando avviene un evento “deludente” perché diverso dalle aspettative.
Qualcuno ci ha provato a credere ma non si è giunti alla pienezza del vedere, cioè non si riesce ancora a credere secondo una nuova lettura degli eventi.

25 Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! 26 Non bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». 27 E cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Ora il Cristo fa capire loro che la vita non si propone come loro vogliono, ma bisogna credere agli insegnamenti della Sapienza Divina.
Troppe volte abbiamo la mente e il cuore pieni di insegnamenti del mondo. Ecco poi le delusioni che si vincono (non bisognava che …) con la giusta lettura secondo Dio.
A questo punto c’è tutta una spiegazione delle Scritture che da tempo spiegavano gli eventi futuri, cioè quello che sarebbe successo a Cristo (cose che succedono anche a quelli che camminano seriamente con Dio – Vedi Siracide 2).
Vediamo, quindi, che solo a questo punto, dopo che “i delusi” avevano tirato fuori tutto dal loro cuore (stolto e tardo nel comprendere), Gesù spiega ogni cosa.
A questo punto si può “far vedere” le cose. Si deve attendere il momento giusto, allora quello che si dice entra e agisce.

28 Quando furon vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più lontano.
Non basta, però, aver capito. Bisogna ora che si prendano delle decisioni diverse da quelle che stavano portando distante.
Gesù non dice nulla sul futuro, su cosa devono fare, anzi, sembra andarsene distante. Lui ha detto quello che doveva dire e ora… li provoca. Si scosta da loro. Devono desiderare, devono decidersi. Devono volerlo.

29 Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino».
Qualcosa è scattato in loro. Insistono. Lo vogliono con sé.
Passata la delusione, vogliono solo la Sua presenza. Forse per comprendere ulteriormente cosa fare, cosa è giusto ora decidere.

Egli entrò per rimanere con loro.
Ecco che allora Gesù acconsente. Ora non è più una cosa momentanea, ma c’è stato un cambiamento radicale nel loro cuore. Hanno vinto la delusione. Ora sono pronti per diventare “maturi”.

30 Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la benedizione, lo spezzò e lo diede loro. 31 Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero.
Ecco un avvenimento ripetuto. Si ripete l’ultima cena. Loro rivedono quello che avevano vissuto prima della delusione. Allora si può rivivere.
Ora si aprono gli occhi, ora si comprende, ora si matura.
Gli eventi dolorosi avevano avuto un loro perché anche se non compresi subito. Mai andarsene sotto l’impulso delle emozioni mosse dalla delusione.

Ma lui sparì dalla loro vista.
Ora non devi più vivere di “segni/esperienze”. È ora di fidarsi, di camminare, di smettere di tirarsi indietro.
Gesù ha fatto centro. Ora sono pronti.

32 Ed essi si dissero l’un l’altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
Si rilegge il cammino e si capisce che Dio da tempo stava cercando di parlare, ma si era ciechi.
Quando leggi le Sacre Scritture (Bibbia) sotto l’unzione dello Spirito Santo, percepirai quando Dio ti sta parlando. Capirai quando Dio parla proprio a te.

PERCORSO: https://www.ilcrocifissorisorto.it/shop/parola-di-dio/

33 E partirono senz’indugio e fecero ritorno a Gerusalemme, dove trovarono riuniti gli Undici e gli altri che erano con loro, 34 i quali dicevano: «Davvero il Signore è risorto ed è apparso a Simone». 35 Essi poi riferirono ciò che era accaduto lungo la via e come l’avevano riconosciuto nello spezzare il pane.
Fecero ritorno. Ecco il recupero dei delusi.
Ecco la Chiesa indivisa. Ecco che Dio può proseguire col cammino comunitario.
Ora sarà un cammino “pneumatico” e non più “psichico” (Vita comune di Dietrich Bonhoeffer).
PRIMA O POI tutti dobbiamo fare l’esperienza della delusione per maturare.
Se fai da CUSTODE a qualcuno, preparati a vivere con il CUSTODITO la delusione. Impara a saper affrontare quel momento nel modo corretto.

VERIFICA: Cosa fa Gesù

  1. Cammina assieme (sa che sono ciechi – delusi). Forse li ha anche “inseguiti” (cioè cercati).
  2. Chiede spiegazioni (fa parlare – fa tirare fuori la delusione).
  3. Spiega come mai certe cose succedono (e devono succedere).
  4. Non costringe a credere, ma mette curiosità (lo vogliono con Lui mentre fa finta di andarsene).
  5. Sta con Loro (Eucaristia). Vedono i segni, comprendono Gesù, si aprono gli occhi. Rivelazione. Smaltita la delusione, ora capiscono l’opportunità che c’è anche nelle difficoltà e nella perdita di qualcuno o qualcosa. Non si punta più al naturale ma si vede come vede Gesù (dalla liberazione di Israele alla piena liberazione dell’essere umano).
  6. Li lascia, il suo compito di recupero è finito. Anche l’arcangelo Gabriele dopo l’annuncio/proposta se ne va: Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei (Lc 1,38).
  7. Tornano da soli. Da qui ripartirà o partirà l’accompagnamento “normale”.

Condividi questo post

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.